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C’è il mattino
Il sole
Che si alza
Per aprire i visi
Da boccacce in sorrisi
Senza pensieri sulla forza delle fronti
Del colore degli occhi
Saremmo noi, ciascuno
Meno ardente che il sole
C’è la notte
Le stelle
Che scintillano
Nelle eterne questioni
Di tutti i sognatori della terra
Senza le pene dei desideri e delle paure
Dallo sguardo oscuro allo sguardo lucente
Saremmo noi, ciascuno
Meno ebbro che le stelle
Ci sono pioggia e sorgenti
Che senza contare i giorni
Scorrono per i baci
Di tutti gli assetati
Senza mai fermarsi
A quello che dicono le labbra
Saremmo noi, ciascuno
Meno puro che l’acqua del cielo
C’è l’orizzonte
Le sue nuvole
E i suoi venti
Che prendono
L’uno, tutti i nomi
Le altre, le forme insondabili del sapere
E infine, l’apparire degli dei
D’Occidente e d’Oriente
E spediscono parole di tutti i tempi
Saremmo noi, ciascuno lo straniero
E saremmo noi, ciascuno meno sapiente
Avremmo noi, ciascuno meno fiato
E saremmo noi, ciascuno meno libero
Noi che non sappiamo vivere
Fratelli
Sotto lo stesso sole
Saremmo noi
Da tutte le nazioni
Ciascuno, tutti riuniti dopo millenni
A guardarci di traverso su questa terra
Saremmo noi, ciascuno
Meno attento al mondo
Del soffio di un bambino
Che accarezza la guancia della vita
(31 dicembre 1997)
Poesia pubblicata nell’antologia: Centuno poesie contro il razzismo - Ed. Le Temps de Cerises