El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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tornare non è possibile

darien levani

Non si lascia mai un posto. Si lasciano anche frammenti di pelle, storie interrotte, fiammiferi bruciati, si lascia l’autobus che riparte in direzione città e l’impiegata che nei momenti di pausa fuma all’uscita dell’aeroporto pregando che nessuno le chieda delle informazioni. Il sole è fissato in modo provvisorio sopra la tua testa, c’è odore di benzina e le lancette ti diranno quando partire . Quando giri le spalle a tua madre per avviarti verso il controllo passaporti hai già modificato la scena, è già futuro. Ti porti addosso il marchio dei suoi occhi stampati nella tua schiena come una benedizione invisibile. Curioso come i poeti amano riferirsi allo stesso come “la benedizione dell’amore invisibile”. Vuoi forse pretendere che nulla sia successo? Vuoi forse fare un tale dispetto al tempo? Ebbene, io ti dico che tutto quello che è successo è oramai successo, e tutto il resto è in atto. Non puoi fissare il presente in modo da usarlo dopo, non puoi fare finta che i tuoi capelli non siano cresciuti. E’ per questo che non puoi tornare.

Ma di tutti i posti dove non è possibile tornare, Tirana eccelle come il “non luogo” che si sposta mentre anche tu ti sposti. Un giorno vi troverete sullo stesso asse e l’aereo arrugginito ti porterà all’aeroporto. Tutto attorno la città cresce come un cancro, invade spazi e si modifica mentre tu sei lontano. Un giorno scendi, poco importa. Ma né l’aeroporto, né la città, sono quello che usavi ricordare. Sei stato lontano solo due giorni oppure dieci anni, poco importa. Vi vedete più avanti, il tempo ti ha consumato eppure la città sembra ringiovanire. Male, ma ringiovanisce. Se trovi uno specchio strada facendo ti puoi guardare e capire che non sei quello che è partito. La città non può farlo, non esiste uno specchio abbastanza grande. Tranne te, tu sei quello specchio. Ma non lo sai, nessuno lo sa tranne me. Quindi ci sei tu, c’è quello che è partito, c’è la città che trovi, c’è la città che quell’altro ha lasciato. C’è il tuo passato che sa di straniero, c’è un futuro che sa di luminoso. Ma in quel preciso momento, davanti a quel preciso specchio, in quella precisa frazione puoi arrivare a intuire che

è possibile, ed auspicabile andare dal punto A al punto B
A -------------- > B
è possibile anche andare dal punto B al punto A
A < ------------ B
ciò che invece non è possibile fare, è tornare dal punto B al punto A.
A <__________----------- > B
in quanto la linea ne sarebbe sconvolta.

Non sei tornato, sei solo arrivato da un'altra parte. Tornare non si può, solo andare. E’ questa la notizia che gli impiegati non ti daranno mai mentre ti vendono i biglietti. Non c’è nessun A/R, ci sono solo tanti A/A. Ed ogni Andata equivale a quello che eri, quello che sei, quello che sarai.

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Anno 8, Numero 33
September 2011

 

 

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