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raffaele taddeo

Il testo di Eduard Glissant, ultima opera pubblicata in Italia da "edizione lavoro" è più che un romanzo perché accanto a storie brevi, paradigmatiche, si sviluppa e si snoda la sua idea di poetica, cha prende origine dalla sua appartenenza territoriale.
Il lavoro narrativo di Glissant è molto particolare, difficile da riassumere, per le continue aperture, le riflessioni, i continui rimandi: sembra voler essere una dimostrazione attiva della sua idea di poetica che viene esplicitata nel saggio Poetica della Relazione. I due scritti in fondo sono stati originati nel medesimo periodo. Quest'ultimo pubblicato nel 1990, Tutto-Mondo nel '93.
Ma ad ammettere l'inscindibilità fra narrativa e teoria è lo stesso Glissant che in una intervista afferma che: "non distinguo il pensiero teorico dalla creazione romanzesca artistica. Per me sono due facce di una stessa dimensione"
Una delle prime idee forza del saggio, praticato nel libro-romanzo è quella della distinzione fra "nomadismo a freccia" e "nomadismo circolare". Col primo si intende uno spostamento della persona da un luogo ad un altro per occuparlo e impossessarsene. E' il nomadismo, spiega Glissant, che ha portato gli spagnoli a conquistare l'America del Sud; è il nomadismo dei popoli che dall'oriente si spinsero in occidente mandando in frantumi l'impero romano.
Il secondo nomadismo è esplorativo, è curiosità, è relazione con l'altro. E' il nomadismo che non impera e non si impone, che si confronta con l'altro anche se questi rimane sempre offuscato nella sua dimensione.
Ma è il rispetto, la libertà di ciascuno, l'equivalore di ognuno se questa opacità rimane perché la conoscenza trasparente dell'altro rischia di schiavizzarlo. "Non gli piaceva che si frugasse nella sua vita, le sue origini, i suoi gusti o le sue infelicità. Apprezzava la compagnia della gente, purchè un margine d'ombra la separasse da lui".
Così nel romanzo Tutto-Mondo non ci sono in modo preciso spazi da cui si parte e a cui si arriva per stabilirsi, ma ogni luogo è un momento per raggiungere ed esplorare altri luoghi, o per ritornare agli stessi luoghi. " Dovevate proprio percorrere il mondo, per cercare di trovarmi? Ma il Tutto -mondo vortica …nel posto stesso in cui voi soffrite". Anzi la conoscenza di se stessi e del mondo non ha bisogno di percorrere spazi.
Anche il tempo non è lineare perché accanto al presente si rivivono momenti del passato. Specialmente nella prima parte riaffiora costantemente il viaggio fatto da neri nelle stive delle navi e la loro sofferenza.
Un altro concetto chiave che si ricava da "poetica della relazione" è quello che attiene alla filiazione, discendenza. Questi elementi sul piano teorico sono di importanza fondamentale per capire la cultura occidentale, gli aspetti del potere in generale, ma si traducono nell'opera narrativa di Tutto-mondo in una assenza del legame di causa ed effetto fra le varie storie, fra i vari episodi, in una assenza di relazione temporale consequenziale.
C'è una omologia fra struttura dell'opera e teoria poetica così che l'una spiega l'altra. Spesso ci si trova a vere e proprie illuminazioni di concetti come il seguente: "tutto quello che possiamo fare, io e voi, e ognuno di noi, è valutare il cambiamento intorno a noi solo sulla base delle nostre trasformazioni. E' grazie ad esse che possiamo calcolarlo. Altrimenti a che serve che il mondo cambi?"
Il legame con la terra è importante e Glissant mette in rilievo l'importanza di avere come derivazione la Martinica che con la creolizzazione della lingua e degli abitanti gli ha dato la possibilità della comprensione del Tutto-mondo, ma ciò che è importante è:" un paese in cui la deriva dell'abitante, ciò che lo lega alla terra, come una polvere testarda nell'aria, è quell'andare e quel tornare, in ogni dove. La nostra scienza è la deviazione e l'andare-tornare. Un paese aperto, ma che non ha mai perso la bussola nella sua erranza e dove, quando il pensiero s'invola non è in fuligginose deperdizioni. Un paese sperduto nelle sue calme piatte, ma che non s'è mai perduto. E' da paesi di questo genere che si può veramente vedere e immaginare il mondo".
Anche le considerazioni sulla lingue, su quelle creole, ma tutte le lingue sono creole afferma in un punto. Anche l'italiano.
Glissant predilige l'arte barocca, non tanto perché è ridondante, quanto perché non è imperativa, perché è caotica, molteplice. "L'arte barocca fa appello all'aggiramento,…, a ciò che schernisce la pretesa unicità di conosciuto e conoscente…L'arte barocca consacra una visione innovatrice della Natura e vi si accorda. Il tempo forte di questa evoluzione è il meticciato, la cui volontà barocca precipita nella vertigine: degli stili, dei linguaggi, delle culture", afferma nel testo Poetica della Relazione.
La narrazione di Glissant è veramente articolata secondo uno schema barocco, spesso difficile, a volte impossibile eppure vale la pena, per chi ne ha coraggio intraprenderne la lettura perché gli squarci concettuali sono innumerevoli e di una grande intensità. A volte anche la comprensione di qualcuno di essi può compensare la fatica della lettura dell'intero testo.
Un ultimo aspetto vorrei porre all'attenzione ed è la capacità di descrizione dei paesaggi che rasentano la poesia.

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Anno 7, Numero 31
March 2011

 

 

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