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seconde generazioni

asli haddas

Relazione tenuta al convegno sui 20 anni della Letteratura della migrazione, organizzato dal Centro Culturale Multietnico La Tenda presso la Biblioteca Dergano-Bovisa Milano il 12 febbraio 2011

Desidero ringraziare l’associazione La Tenda, la biblioteca comunale della Bovisa e Raffaele Taddeo per l’invito. Un particolare ringraziamento va rivolto ad Erminia Dell’Oro, grande amica e scrittrice di spessore che in questi anni ha dato un notevole contributo alla letteratura di migrazione, non solo come autrice ma anche come sostenitrice di diversi concorsi letterari (esempio Eks&tra).
Erminia Dell’Oro è anche una mia omologa al contrario: infatti, essendo nata e cresciuta ad Asmara (eritrea), rappresenta anche lei le seconde generazioni.

Quando ricevetti l’invito a partecipare a questo convegno, feci immediatamente notare a Raffaele Taddeo che, non avendo mai pubblicato due righe, non era il caso che partecipassi alla celebrazione della letteratura della migrazione. Taddeo mi disse subito che potevo partecipare parlando del mio impegno e attivismo sociale.
In effetti, sono molto coinvolta e sensibile alle questioni sociale. Agli inizi del mio attivismo, mi sentivo dire: ”Ma chi te lo fa fare. L’Italia alla fine non è proprio il tuo paese...sei in equilibrio tra tua mondi.”. Un’affermazione simile poteva essere liquidata con una frase secca in milanese del tipo “U, te verit….mi sun de Milan!!!”, ma sarebbe sicuramente stata la risposta sbagliata.
Infatti, con gli anni, ho capito che le lotte civile sono universali e non posso essere rinchiuse, ingabbiate, circoscritte nella dimensione territoriale, geografica di un paese. Il diritto ad avere una nazione più civile, corretta, onesta riguarda ogni singolo cittadino indipendente dalla nazionalità indicata sul documento.
Ci solo lotte, come la ripubblicizzazione dell’acqua che prescindono dal confine statale poiché l’acqua è un bene comune…anzi è un patrimonio universale, come scritto in alcune Costituzioni sud americane. Mi piacerebbe tanto che tale definizione fosse inserita anche nella carta costituzionale italiana, ma non è mio desiderio creare un precedente di modifica che offrirebbe la sponda e il pretesto ad altri per stravolgere questo fondamentale documento. L’attivismo apolide è cruciale poiché è uno strumento valido per contrastare fenomeni come l’illegalità: oltre alle merci, al capitale e alle persone, esportiamo anche comportamenti. L’atteggiamento mafioso, l’inclinazione all’illegalità (ad esempio: non richiedere una fattura) sono consuetudini tramandabili e possono diventare parte integrante del bagaglio culturale dei non italiani.
Il mio impegno è anche motivato dal fatto che è necessario promuovere, dimostrare un nuovo volto dello straniero, slegato dagli stereotipi e, soprattutto dai cliché professionali (badanti, colf, lavavetri, ecc..) e folkloristici.
Gli stranieri, come lo dimostra anche questo convegno sulla letteratura, sono anche artisti, scrittori, pittori, imprenditori, ingegneri, medici, …
Per questo motivo è necessario un ATTIVISMO APOLIDE!!! Mobilitiamoci per l’emancipazione della figura del migrante ed elevarla socialmente!!!
A mio parere, inoltre, l’attivismo è anche un valido rimedio, uno strumento efficace contro la morte sociale che uccide i cittadini e crea sudditi. Non credete?

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Anno 7, Numero 31
March 2011

 

 

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