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le nozze di zarqa

elena vito

La scuola, per me è stata il primo mezzo d’informazione, che mi ha permesso attraverso lo studio della geografia, di sapere che nel mondo esistono diverse culture. Tra queste la cultura araba, che ho potuto conoscere in parte attraverso i racconti di mia zia, sposata con un ragazzo arabo di religione musulmana.

Mia zia mi racconta del viaggio con suo marito in Giordania, a Zarqa (cittadina vicino ad Amman). A casa dei genitori di lui, ad accoglierli ci sono tutti i parenti, le donne indossano abiti colorati e il velo islamico ( lo chador ). Gli uomini indossano pantaloni e tuniche lunghe, alcuni portano il turbante palestinese. Mia zia indossa jeans e maglietta, si sente osservata, le donne parlano tra loro e suo marito traduce quello che dicono, le chiedono di indossare pantaloni lunghi e tunica che lei accetta, ma rifiuta di indossare il velo.

La casa è arredata con pochi mobili, non ci sono tavoli, ma tanti tappeti, divani e cuscini colorati dove tutti si siedono per mangiare.

Il cibo è una parte importante della cultura giordana e viene usato per esprimere ospitalità e generosità.

Consumano: stuzzichini salati chiamati mezzeh, pani aromatici, dolci con miele, pistacchi e datteri, crépe fritte ripiene di noci o formaggio che vengono consumate anche nel periodo del Ramadan, spiedini di carne alla brace con salsa e cipolla chiamati kebab. Il mansaf è un piatto tradizionale a base di agnello, salsa di yogurt e riso, si mangia con le mani.

La mattina il muezzin richiama alla preghiera, tutti si recano nella moschea dove c’è l’Imam che svolge la funzione religiosa.

Mia zia mi racconta che il matrimonio tradizionale giordano è molto diverso dal nostro, in quanto dura tre giorni.

Il primo giorno è il giorno della Henna e dell’oro perché vengono dipinte con l’henna le mani della sposa, e lo sposo porta gioielli d’oro.

Il secondo giorno è il giorno dell’entrata , in cui la sposa entra definitivamente a casa dello sposo.

Il terzo giorno è quello del Mansef in cui si consuma un piatto tipico a base di pollo e riso che viene offerto dallo sposo ai suoi invitati

Attraverso il racconto di mia zia ho immaginato di vivere personalmente questa esperienza, di partecipare al matrimonio tradizionale, soprattutto nel giorno della Henna e di consumare piatti tipici che non ho mai mangiato. Gli arabi non mi sembrano più tanto lontani, sono un po’ miei parenti .

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Anno 7, Numero 29
September 2010

 

 

 

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