Nota biografica | Versione lettura |
nomi che si succedono
indizi dell’ombra
lieve punto di partenza per evocare
una città un paese
strade che avanzano
muri antichissimi
perennità dell’arte
città sopra colline
uomini che le abitano
vengo da un paese dove non si esige il passaporto
per concedere un sorriso un pane un letto
presto apprenderò la vostra cadenza
vestirò come le vostre donne
non guardatemi come straniera!
guardate come sorridono i vostri bambini
al mio passaggio
e i vostri cani rimangono calmi
nel mio paese c’è un’altro paese
di alberi selvatici ma pure generosi
di veloci serpenti e passeri ciarlieri
dove gli uomini sono come i loro fiumi
profondi e sereni
con la saggezza che dà la natura
in tutti
i luoghi della terra
camminano sotto la pioggia
fino a bagnarsi l’anima e il cappello
il mio popolo nonostante le pene
costruisce sa colorare la vita
semina crea tessuti e arte
là dove c’è la miseria
dove c’è l’ingiustizia
la mia gente canta i dolori
e con il proprio ritmo millenario
a dispetto di tutto balla
sul mio pallore un po’ del padre sole
e affiorano radici
miele sulla pelle il bruno di mia madre
la forza del mio popolo
per risalire dagli abissi
la dignità dei miei antichi che mi sorregge
così resisto proseguo per il sentiero
dell’esilio per terre altrui
nel mio sangue
battono tamburi suonano flauti e zampogne indios
porto in me la policromia la febbre
della foresta il turchese delle Ande melodie
sonorità dei marosi di un Oceano
che di Pacifico ha soltanto il nome
e benché parli in un altro idioma
il canto dei miei avi dà il registro al mio accento
sebbene non volente
– perfino sogni nella lingua straniera –