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antigone in puglia

brenda porster

Scagliate eravamo
nel buio navigare
senza meta, ma insieme,
lei riempiva esattamente
l’avida culla del mio braccio vuoto
un umido peso caldo il suo bisogno che io solo
potevo saziare, le vaghe profondità scure
degli occhi, il disperato cercare
manine strette curve a conchiglia, rosee
dita-gamberetti che afferrano
il mio seno, titubanti
labbra e poi il tiro come tenaglia
di vita da me a lei a soddisfare
il nostro mutuo bisogno
l’una all’altra legate, in perfezione,
il cerchio chiuso.

Quando ho visto che lei non c’era
più, il suo piccolo peso
fiaccato, sospeso,
il calore, tutto, esaurito,
il suo cercare finito?
Non aveva più bisogno di me,
mentre io ero rimasta
anelante, il mio braccio un cerchio
vuoto. Un terrore di ghiaccio mi ha afferrato
il petto, e all’improvviso ho saputo:
sarebbero arrivati loro,
e l’avrebbero gettata negli infiniti
abissi, sarebbe caduta
giù per non essere trovata più
il suo piccolo corpo a spiegare
braccia fluttuanti di anemone
per sempre cercando per sempre
esposta.

No! Così non sarà! Io,
sua madre, le avrei reso
una calda copertura, sabbia decorosa
e luogo, una collocazione
della mente, per entrambi i nostri bisogni
un’ultima volta, poi le ho detto
finalmente -- buona notte
cuore mio, buona notte,
e l’ho lasciata là.

Nota: Per aver seppellito la figlia neonata sulla spiaggia della Puglia, dove era approdata dopo essere fuggita dal Kossovo, questa madre Rom fu arrestata dalla polizia italiana e denunciata per occultamento illecito di cadavere.

[traduzione di Andrea Sirotti]

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Anno 6, Numero 25
September 2009

 

 

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