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riti di senso

meena alexander

Al crepuscolo mentre giace su una stuoia
sfrego i piedi di mia madre con olio di gelsomino
tocco i calli sottopelle
giunture che reggono quella tesa creatura originaria
ossa, cartilagine, pelle, tutto quanto la fa mia.

Tutto il giorno ha ripulito il pavimento dall’urina
mio padre le gambe così deboli che si aggrappa al letto di palissandro.
Ha lavato i panni sporchi, li ha stesi ad asciugare
su corda di cocco tesa a una vite, frutto della passione
goffo per l’età, penzoloni.

Giace su una stuoia, una povera creatura arenata,
ventre molle, piante incrociate, sari umido e bianco.
M’inginocchio al suo fianco nel buio
la figlia maggiore tornata per qualche settimana
in piena estate.

Sussurra il mio nome
chiede in malayalam “Perché la luce è così calda?”
Oltre la schiena colgo il luccichio di una candela.

La porta è cornice di qualcosa
che ho troppa paura a nominare:
una bambina, contro un muro bianco
le mani premute sui denti, le labbra rotte
il respiro che scuote il suo roco silenzio.

Tutta la notte la mia voce si è infilata nei sogni
minuscoli occhielli di fumo
‘Amma, brucio!’
Sono una voce scissa dal suono
solo ganci di sangue, fughe di sudore,
sacco di carne dove mi hai rinchiusa.

Quali parole per passare in quel luogo buio?
Quali riti di senso?
Amma sogno me stessa nel tuo corpo.
È la fine di tutto.

Il tuo cuscino macchiato di bianco
si agita come farebbe un’onda
sul nostro lido del sud.
Poggerai la tua guancia alla mia?
Benedirai il mio capo chino?

Mi lavasti un tempo, mi allattasti
mi facesti vivere nella casa di tuo padre
mi insegnasti il risveglio all’alba
a liberare la soglia da foglie rosso sangue.
Mi mostrasti un pezzo di terra scavato con le tue mani
dove crescono intrecciati e nudi i fagioli dolci.

Mi insegnasti a cucinare in tegami di rame
a inamidare e a piegare un sari, a tirar su un ago arrugginito.
A cucire il mio respiro di donna
nella muta meraviglia delle frasi.

traduzione di Pamela Cologna e Francesca Tammaccaro

Queste tre traduzioni di poesia contemporanea indiana in inglese sono state eseguite nell’ambito del Master di secondo livello in traduzione di testi postcoloniali dell’università di Pisa, che da tempo collabora con la nostra rivista. Ringraziamo le autrici, e le traduttrici, per avere gentilmente concesso l’autorizzazione a pubblicarle.

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Anno 5, Numero 23
March 2009

 

 

 

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