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Ogni giorno cerco di ridisegnarmi il volto.
Prendo pennello e pastelli,
penne e matite, tempere e colori
in polvere, e dipingo un volto.
Lo dipingo sopra il volto che ho di già,
come una tela che volessi cancellare.
Non che non mi piaccia il volto
donatomi da dio,
ma a vederlo sembra triste,
la bocca all’ingiù.
Sopra questo, dipingo un altro volto
che sorride.
Poi lo strofino via. Non lo voglio
quel sorriso mite e sciocco sul
mio volto.
Un giorno me lo disegnerò interessante, pericoloso,
crudele.
Queste tre traduzioni di poesia contemporanea indiana in inglese sono state eseguite nell’ambito del Master di secondo livello in traduzione di testi postcoloniali dell’università di Pisa, che da tempo collabora con la nostra rivista. Ringraziamo le autrici, e le traduttrici, per avere gentilmente concesso l’autorizzazione a pubblicarle.