Nata e cresciuta in un villaggio nelle vicinanze di Hanover, Giamaica, nel settembre 1953, Paulette Ramsay è oggi docente universitaria presso la University of the West Indies, autrice di articoli, traduzioni, recensioni e interviste. Aunt Jen è il suo primo romanzo, di cui esiste già una versione in tedesco, Alles Liebe, deine Sunshine, edita da Atlantis Baobab (Zurigo 2005). La traduzione italiana è ancora in cerca di un editore.
Aunt Jen narra di Sunshine, una ragazzina giamaicana di circa dieci anni che vive con la nonna Ma, il nonno Gramps e lo zio Johnny a Flour Hill, un villaggio nei pressi di Lucea, e inizia a scrivere una serie di lettere alla madre Jen, emigrata in Inghilterra quando lei era ancora molto piccola. Il suo desiderio di rendere la madre partecipe della propria vita, di dare inizio a un rapporto con lei almeno attraverso una corrispondenza regolare, è però condannato alla frustrazione: Jen continua a non risponderle. Nel tentativo, purtroppo vano, di rompere il mutismo della madre e nella speranza di potersi un giorno ricongiungere a lei, Sunshine le confida comunque le proprie esperienze, gioie e preoccupazioni, aggiornandola sulle ultime notizie dalla famiglia e da Flour Hill. L'intera storia ruota intorno alla figura oscura e sfuggente di Jen; il mistero del suo silenzio s'infittisce sempre più e induce la figlia a mettersi in cerca della verità. Sunshine riesce così a raccogliere tracce del passato della propria famiglia curiosando nelle scatole dei vecchi ricordi, origliando le parole sussurrate tra nonna Ma e zia Sue, interrogando nonno Gramps e persino facendo interpretare i suoi sogni bizzarri da Madda Penny, la veggente. La ricerca dell'identità della madre coincide con la ricerca della propria identità, e sarà la corrispondenza univoca con la madre a permettere a Sunshine di capire la vita e trovare il proprio posto nel mondo. Nel brano scelto, la piccola Sunshine si trova a dover affrontare una questione di natura religiosa che la pone di fronte alla convivenza di due culti radicalmente diversi: da un lato la religione cristiana nelle sue svariate confessioni, dall'altro i culti creoli, obeah, pocomania, rastafarianism e animismo. Per la giovane protagonista non si tratta di scegliere l'una o l'altra confessione, ma piuttosto di accettare, di conciliare e, in particolar modo, di comprendere una religiosità praticata in segreto e a livello individuale perché tacciata di superstizione, di credenza illecita e immorale.
Velia Februari