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Le stime della quantità di nomadi presenti in Italia sono approssimative e mancando dati censitori e criteri statistici; per determinarne il numero con rigorosità ci si affida ad ipotesi formulate da enti ed organizzazioni che si interessano da vicino delle problematiche e del mondo dei nomadi.
Sia l’Opera Nomadi che l’Associazione Nazionale zingari oggi hanno effettuato rilevamenti delle presenze di Rom, Sinti e Caminanti sull’intero territorio nazionale attivando tutte le sezioni e i gruppi collaboratori locali. I risultati, pur non potendo essere considerati dal punto di vista statistico un censimento dettagliato, offrono comunque una stima numerica di circa 140.000 presenze totali di Rom, Sinti e Caminanti.
Dei Rom l’assoluta maggioranza, proviene dai paesi della ex Jugoslavia, dall’Albania e dalla Romania.
L’afflusso continuo e massiccio di profughi dalla Bosnia e di nuovi gruppi Rom dall’ex Jugoslavia, Romania, Albania, Polonia fa sì che questo dato si possa considerare ulteriormente cresciuto.
Irrilevante, ma non inesistente, la presenza di Rom e Sinti cittadini di paesi comunitari.
Le migrazioni dei nomadi verso occidente incominciano a datare dal IX secolo, quando dalle zone nord-occidentali dell'India si spostarono verso la Persia e da qui verso la Turchia e la Grecia, da dove poi si diffusero in tutta l'Europa.
La presenza degli zingari in Italia, si fa risalire all'invasione dei Balcani da parte dei Turchi.
Dai paesi slavi e dalla Grecia si spostarono verso l'Italia per due vie: per via terra, attraverso i Balcani e i territori tedeschi giunsero nel nord Italia; per via mare, dalla Grecia raggiunsero le coste calabresi, siciliane, pugliesi e abruzzesi.
La ricerca storica non ha ancora accertato la data di arrivo dei Sinti, salvo che per i Sinti gackáne, giunti dalla Germania attraverso la Francia nei primissimi anni del 1900, e per i Sinti estrekharja, kranarja e krasarja che risale al 1918.
I Rom dell'Italia centro-meridionale vi erano presenti sin dalla fine del XIV secolo.
I cosiddetti Rom vlah (valacchi) cioè Kalderasha, Lovara e Churara, sono giunti in Italia (come in Europa e in America) a partire dalla fine del 1800, quando furono emancipati dalla schiavitù in Romania.
Il gruppo più importante numericamente, economicamente attivo e socialmente integrato, è costituito dai Rom abruzzesi.
I Rom abruzzesi sono sedentari e tendono a raggrupparsi nella stessa strada o nello stesso quartiere, possibilmente in case monofamiliari, proprio per mantenere la coesione sociale. Alcuni piccoli nuclei hanno recentemente ripreso la carovana o la campina: una parvenza di nomadismo, perché sono andati a stanziarsi in alcune città del nord. Tradizionalmente calderai (e calderaio sarebbe stato anche il padre del celebre pittore Antonio Solario detto lo zingaro), ma soprattutto mercanti di cavalli, oggi i Rom abruzzesi si dedicano in particolare al commercio, anche se non mancano giovani inseriti in lavori dipendenti.
Un altro gruppo importante è costituito dai Rom calabresi, un tempo fabbri ferrai.
In Basilicata, fino a tempi abbastanza recenti, c’era l’abitudine di servirsi dello zingaro del villaggio per le riparazioni e della zingara di casa per i servizi domestici. Integravano le risorse economiche con il commercio di equini (in particolare asini e muli), la tosatura delle pecore e le raccolte stagionali (olive, agrumi). Oggi la crisi economica li ha investiti in pieno e si sono fermati in baraccopoli ghettizzate e prive di servizi.
Non è possibile stabilire l’epoca dei Sinti “italiani”, ma certamente sono presenti da lunga data. Si suddividono in gruppi a denominazione regionale: piemontesi (diffusi anche in Francia), lombardi, veneti, emiliani, marchigiani; però le orbite del loro nomadismo si estendono a tutto il territorio
italiano. Tradizionalmente dediti allo spettacolo viaggiante (musica, acrobazia, ammaestramento di animali, lanterna magica, teatro ambulante, circo, luna-park) hanno sempre integrato le loro risorse economiche con il piccolo artigianato (oggetti in legno e vimini, riparazione di ombrelli o di sedie
impagliate, affilatura di coltelli, ecc.) e con il piccolo commercio di merceria praticato dalle donne per strada o di porta in porta.
Ai Sinti di antico insediamento si sono aggiunti all’inizio di questo secolo i Sinti gackáne (tedeschi), giunti attraverso la Francia, e i Sinti estrekharja (austriaci) del Tirolo e krasarja (del Carso), inglobati nelle nuove frontiere del 1918. I Krasarja, pur vivendo nei dintorni di Trieste accanto ai Roma sloveni e croati, si distinguono per la lingua ricca di prestiti tedeschi e
per i cognomi pure tedeschi.
I Lovara sono stati grandi viaggiatori: se si esaminano i luoghi di nascita delle generazioni successive di una famiglia, si scopre che dalla Russia sono passati in Romania , Ungheria,
Jugoslavia, Italia, Svezia, per poi tornare ancora in Italia. Oggi vivono in case e non c’è più traccia del commercio di cavalli, che era la loro caratteristica.
Negli anni ‘70 c’è stata una nuova immigrazione di Lovara provenienti dalla Polonia.
Un gruppo particolare, pure di recente immigrazione, è costituito dai Rudari, che significa “quelli della nostra gente”. Fra di loro parlano rumeno, però si dicono Rom o Tigani e alcuni parlano anche romanès. Ci sono famiglie che vantano una discendenza dagli Ursari, gli ammaestratori di orsi,
e lavoravano nei circhi. Hanno un forte senso della famiglia, i cui rami si estendono al di là dei confini, in Europa e anche in America Latina, dob>ve a volte si definiscono Beas o Boyas, dal nome di un gruppo affine della Transilvania. Di religione ortodossa, hanno in comune con tutti i Rom
balcanici la celebrazione solenne della festa di S. Giorgio il 6 maggio e il banchetto in onore del Santo protettore della famiglia (Paraskeva, Michele, Nicola sono i santi prediletti), oltre a credenze tipiche, come quella nelle Ursitori, le fate del destino, che presiedono alla nascita.
Infine, nel mosaico complesso di gruppi e sottogruppi in Italia, va ricordato un gruppo di viaggianti autoctoni, i Caminanti siciliani, piccoli venditori ambulanti, che si ritrovano un po’ dappertutto, ma che hanno come riferimento la provincia di Siracusa e in particolare Noto.”
Appartengono al gruppo di antico insediamento:
- Sinti piemontesi, stanziati in tutto il Piemonte;
- Sinti lombardi, presenti in Lombardia, in Emilia e parte anche in
Sardegna;
- Sinti mucini, i più poveri, detti spregiativamente così, cioè “mocciosi”;
- Sinti emiliani, nella parte centrale dell'Emilia Romagna;
- Sinti veneti, presenti nel Veneto;
- Sinti marchigiani, presenti nelle Marche, nell'Umbria e nel Lazio;
- Sinti gàckane, che individua zingari immigrati dalla Germania attraverso la
Francia, in tutta l’Italia centro-settentrionale;
- Sinti estrekhària, (da Österreich = Austria) si trovano in Trentino-Alto
Adige oltre che in Austria;
- Sinti kranària, nella zona della Carnia;
- Sinti krasària, nella zona del Carso;
- Rom calabresi, stabilitisi da secoli in Calabria;
- Rom abruzzesi dal XIV secolo, diffusi oltre che in Abruzzo e Molise, anche
nel Lazio, in Campania, in Puglia, nelle Marche. Un nucleo notevole si
trova a Milano e piccoli nuclei in altre città del nord;
- Ròmje celentani, presenti nel Cilento;
- Ròmje basalisk, presenti in Basilicata;
- Ròmje pugliesi, stanziatisi nella Puglia.
Appartengono alla seconda ondata risalente al XIX secolo:
- Rom Kalderasa;
- Rom Lovara;
- Rom Churara.
Essi si trovano sparsi per tutta la penisola.
Comunità giunte dopo la seconda guerra mondiale:
- Slovensko Roma, provengono dalla Slovenia e sono sparsi in tutta l'Italia;
- Hrvatsko Roma, assieme agli Slovensko Roma vivevano nella Venezia Giulia (oltre
che in Slovenia e Croazia). Durante la guerra furono deportati in campi di concentramento (Agnone, Tossicia) e in Sardegna.
Con lo spostamento delle frontiere dopo la guerra, dalla Venezia Giulia, dove vivevano, si sono diffusi nell'Italia settentrionale e centrale.
Le comunità giunte di recente in Italia sono: • gli Khorakhané Roma, (che significa turchi, ma per traslato di religione musulmana); non è il nome di un gruppo ma si riferisce all'appartenenza religiosa che caratterizza alcuni gruppi giunti dalla Bosnia e dal Montenegro
(Cergarja, Arlija, ecc.);
• i Dassikané (che significa Serbi) di religione ortodossa che comprendono diversi
gruppi(Kanjarja, Mrzenarja, Gurbeti, ecc.);
• i Rudari, di origine rumena ma provenienti ugualmente dalla Serbia.
Con l’arrivo di gruppi slavi negli anni ‘70 - ‘80 – ’90 c’è stato un aumento notevole della loro presenza. Si è determinata altresì una certa tensione tra zingari italiani e slavi, a causa dell’accattonaggio al quale i Sinti italiani si dedicavano pochissimo. Ad esempio, mentre a Roma erano presenti un tempo solo Rom abruzzesi e Sinti, con l’arrivo degli slavi si è determinato un notevolissimo incremento di presenze.