Nota biografica | Versione lettura |
Silenzio, desolazione, oscura notte
il cielo è cupo, pesante di silenzio!
Aleggia nell'aria la nenia della morte!
Da queste pietre, grigie pietre,
da ogni rovina, dalle comici infrante,
esala disperazione di sangue e lacrime.
Il mio spirito s'impiglia nel filospinato
e la mia anima s'aggrappa alle sbarre,
prigioniera in casa nemica!
Chi sono? Nessuno! Chi sei? Nessuno!
Voi Sinti chi siete? Nessuno! Solo ombre,
nebbia! Nebbia che per abitudine è rimasta
prigioniera della più grande infamia
della storia dell'uomo!
Una piccola carovana alla periferia della città
Qua e là un mucchietto di stracci da cui spuntavano bambini
Freschi vocii
Occhi profondi
Fresche acque con le braccia tese verso l'oceano
Piccole api intente nel gioco della vita
Un padre grigio come il cielo in inverno
Grigio come le strade del mondo
Grandi baffi per nascondere l'amarezza delle labbra
Un uomo curvo seduto alla periferia della città
Lo sguardo perso nel vuoto
Il fuoco è spento
Non c'è dolore nel suo sguardo, solo rassegnazione
Le scarpe bucate le piaghe sulla lingua
Per il continuo pellegrinare per il continuo chiedere
Chiedere un lavoro
Un misero lavoro per avere il diritto di crescere chi nella
Vita ancora crede
Niente lavoro per lo zingaro
Zingaro ladro
Zingaro sempre stanco
Zingaro stanco di parole ipocrite
Lo sguardo perso nel vuoto
Il volto solcato dalla rassegnazione
Una donna un cipresso percosso dal vento