El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Nota biografica | Versione lettura |

pap khouma

Sippenhaft

Cari lettori,
quest’anno è scomparso Aimè Césaire, discendente di schiavi, stimato poeta e drammaturgo nato in Martinica nel 1913. Aveva coniato la parola “Négritude” negli anni trenta del secolo corso.

Insieme al poeta Leopold Sédar Senghor nato in Senegal, al poeta Leon Gontra Damas nato in Guyana, al padre dell’esistenzialismo Jean Paul Sartre, ai filosofi Luis Aragon, André Breton ed a tanti altri umanisti, Césaire aveva lottato con le armi del verbo e della cultura contro la colonizzazione, le sopraffazioni.
L’opera più nota della sua vasta bibliografia è senza dubbio “Cahier d’un retour au pays Natal” (ed. Présence Aricaine) pubblicata nel 1950 e definita da André Breton come il più grande monumento lirico dell’epoca.

Oggi si manifestano, su scala universale e accompagnato da cori tronfi, atteggiamenti simili e a volte peggiori contro cui si erano confrontati Aimé Césaire e i suoi compagni ma ancor prima Victor Hugo, Antonio Gramsci, il Mahatma Gandhi, Martin Luther King, fino al Reverendo Desmond Tutu e Nelson Mandela.

Nella Milano, Roma, Venezia, Verona, Torino, Bologna di questo secolo, la colpa di un singolo rom viene fatta scontare, dall’ira popolare e populista, all’intera “comunità degli zingari”. I partiti politici che hanno puntato sul cavallo di battaglia della paura hanno stravinto le elezioni politiche italiane del 13 aprile 2008.
In vista delle elezioni politiche del 21 settembre 2007, il Partito popolare svizzero (Svp) aveva raccolto delle firme per un referendum popolare per modificare la Costituzione.
Il loro manifesto elettorale (copiato dopo dalla Lega Nord di Bossi) raffigurava tre pecore bianche che tiravano calci contro una pecora nera. I popolari, partito dichiarato di centro, volevano far passare una legge innovativa contro i minori stranieri accusati di reato. Le pecore nere andrebbero espulse subito dalla civile Svizzera insieme a tutti i membri innocenti della loro famiglia. Il Partito popolare svizzero ha vinto le elezioni del 21 settembre 2007.
La Sippenhaft: colpevolezza allargata a tutta la famiglia, era praticato nella Germania di Hitler. Era stato voluto da Heinrich Himmler capo delle SS. Prima o poi qualche partito politico proporrà la Sippenhaft in Italia e non mancheranno i numerosi consensi. La Sippenhaft sarebbe un ritorno alle pratiche barbare di tribù che appartenevano a un passato sepolto.
Persino nel paese di Nelson Mandela, dove è stato debellato il flagello dell’apartheid, malgrado possieda una Costituzione aperta e tollerante (riconosce addirittura il matrimonio degli omosessuali), sono accaduti episodi abominevoli. Tra aprile e maggio 2008, sudafricani residenti nei sobborghi più miserabili hanno terrorizzato e ucciso decine di africani originari dallo Zimbabwe e del Mozambico. Si sospetta che qualche partito politico abbia soffiato sul fuoco delle insofferenze per raschiare consensi in vista delle prossime elezioni.

Il mondo è malmesso: criminali speculazioni sui prezzi di prima necessità che diffondono fame e morte in aree già disastrate; cleptomania e oppressione come metodi di governo in molti paesi del sud del mondo; drammatici esodi verso ipotetici paradisi del nord; guerre del petrolio che generano terrorismi; politici universalmente incapaci di porre rimedi ma competenti nel puntare il dito contro supposti nemici: in Europa il nemico attuale è il rom, è l’immigrato, è il musulmano e le voci e gli ammonimenti degli uomini di religione e di cultura ancora lucidi sono ignorati.

Nel saggio “Discours sur le colonialisme” (ed. Présence Aricaine, 1955), Césaire scrive:
“Parlo di migliaia di uomini ai quali vengono sapientemente inculcati la paura, il complesso d’inferiorità, i tremori, l’inginocchiare, la disperazione, la vigliaccheria… Io parlo di società svuotate da se stesse, di culture calpestate, di istituzioni minate, di terre confiscate, di religioni assassinate, di splendori artistici azzerati, di straordinarie possibilità cancellate… Parlo di milioni di uomini strappati ai loro dei, alla loro terra, alle loro abitudini, alla loro vita, alla vita, alla danza, alla saggezza…”

Il monito di Aimé Césaire sembra rivolto a una parte politica e intellettuale di Milano, Roma, Bologna, Venezia, Verona, Torino. In queste città, centinaia di giovani (alcuni di origine straniera) ai quali sono stati “sapientemente inculcati la paura, il complesso d’inferiorità, i tremori, l’inginocchiare, la disperazione, la vigliaccheria”, armati di spranghe e di molotov, incendiano i campi rom, sfasciano i negozi gestiti da stranieri, aggrediscono le persone diverse e isolate, terrorizzano le donne con la faccia da straniera. In tante città italiane, con la scusa di tutelare la sicurezza dei cittadini, i controlli di polizia si sono moltiplicati e sono sempre più umilianti. Gli stranieri sono braccati persino sui mezzi pubblici di Milano da addetti al controllo dei biglietti e da vigili urbani e gli irregolari vengono fatti scendere, arrestati e caricati su altri mezzi che sembrano carri - bestiame. E il nuovo governo promette leggi più dure contro rom e immigrati in generale.

El-Ghibli compie cinque anni. In questi cinque anni la redazione e tutti i collaboratori hanno cercato di mantenere le promesse contenute nel nostro manifesto iniziale. Ricordo qualche passaggio:
“El Ghibli è un vento che soffia dal deserto, caldo e secco. E' il vento dei nomadi, del viaggio e della migranza, il vento che accompagna e asciuga la parola errante. La parola impalpabile e vorticante, che è ovunque e da nessuna parte, parola di tutti e di nessuno, parola contaminata e condivisa... per dare vita ad un progetto letterario che, muovendo dalla migranza, riconsideri consapevolmente la parola scritta dell'uomo che viaggia, che parte, che perde per sempre e che per sempre ritrova.”

Con l’appoggio e i consigli indispensabili di Djana Pavlovic e di Paolo Cagna Ninchi dedichiamo interamente questo numero all’antica e ampia cultura letteraria dei rom, dei sinti, ecc.

Cari lettori, troverete all’interno del numero poesie inedite e racconti costruiti per quest’occasione. Un particolare significato è stato dato alle poesie sullo sterminio nazista subito dai rom, soprattutto nella sezione “Supplemento”. Quasi tutti i testi della sezione Stanza degli Ospiti sono inediti.
Vi presentiamo dei testi ricavati dalla rivista dell’Opera nomadi di Milano: “Versi dal Silenzio” a cura di Francesca Innocenti; parte della raccolta di testi inediti fatta da Giulio Soravia che è stato una fonte preziosa; è doveroso infine ricordare i meriti della rivista “Lacio Drom” che grazie a Mirella Karpati, ha contribuito per 35 anni alla diffusione della cultura rom in Italia. El-Ghibli ringrazia tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo numero.

Buona lettura.

Pap Khouma

Inizio pagina

Home | Archivio | Cerca

Archivio

Anno 5, Numero 20
June 2008

 

 

 

©2003-2014 El-Ghibli.org
Chi siamo | Contatti | Archivio | Notizie | Links