Nota biografica | Versione lettura |
Sta per finire il 2007. Il numero delle guerre non è calato. In Cecenia si combatte da quindici anni una guerra atroce, dimenticata dai media e dalle opinioni pubbliche dei paesi che si autodefiniscono civili.
Gli Stati Uniti d'America, l'Inghilterra e i loro alleati stanno distruggendo l'Iraq e non saranno mai capaci di portare al popolo iracheno la libertà e la democrazia che avevano promesso.
Purtroppo, la stessa infernale situazione si sta verificando in Afganistan dove sarà impossibile sconfiggere gli ottusi ma determinati talebani.
Sessanta anni di conflitto israelo-palestinese! E la pace non sarà per domani.
Sessant'anni di conflitto indo-pachistano! E ciascuno dei due paesi si è dotato della propria bomba atomica.
L'Africa e le sue infinite guerre del petrolio, dei diamanti...
E' lungo l'elenco dei focolai sparsi in diverse regioni del mondo. Accesi da precisi interessi economici, mascherati dall'odio etnico o religioso. In questi conflitti muoiono più civili innocenti che militari. E purtroppo, tra le vittime la percentuale di bambini e donne è altissima. Il mare di Sicilia, le coste atlantiche del Senegal e del Marocco si sono trasformate nel cimitero di migliaia di disperati che fuggono guerre e miseria.
Nel 2007, l'Unione Europea ha dato un segnale di speranza allargando i suoi confini verso Est. Ha integrato terre e ricchezze che furono dominio del comunismo targato Unione Sovietica. Ma naturalmente tanti “vecchi” cittadini dell'Unione Europea sopportano a malapena i nuovi cittadini (dell'Est) della stessa Unione.
A livello europeo si era paventata l'invasione dell'idraulico polacco, cosa che fino ad oggi non è avvenuta.
In Italia si è riaperta l'antica caccia al “rom” e, en passant, anche la caccia al rumeno. Una ricetta che funziona sempre. Il “popolo Rom” è stato discriminato e perseguitato ininterrottamente da centinaia di anni in tutti i paesi europei. E oggi ci si stupisce del perché i rom sono emarginati.
Finalmente e per la prima volta in Italia, se ricordo bene, un gruppo di scrittori e intellettuali ha preso una chiara posizione nella difesa della comunità “rom” e rumena, recentemente attaccata dai politici di destra e di sinistra.
Nel prossimo numero di El_Ghibli daremo più spazio al tema che riguarda la cultura e le tradizioni dei “diversi popoli Rom”.
Ma politici di destra e di sinistra strumentalizzano sempre di più la paura che deriva dalla presenza di stranieri neri o bianchi. Per i figli degli immigrati nati e cresciuti qui è difficile, se non impossibile, accedere alla cittadinanza italiana.
I pregiudizi e le generalizzazioni sono invece all'ordine del giorno.
Durante il consiglio comunale del 3 dicembre 2007 a Treviso, Giorgio Bettio, consigliere del Partito della Lega Nord, ha affermato che è necessario "usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino". Bettio era intervenuto per dare il suo appoggio all'ordinanza anti-sbandati sottoscritta dal sindaco Gian Paolo Gobbo.
Il tema della sicurezza è diventato un’arma contro lo straniero colpevole o innocente.
Auguriamo un 2008 diverso!
Vi segnaliamo che Mihai Mircea Butcovan, di origine romena e membro del Comitato Editoriale di El-Ghibli ha vinto il premio "Multietnicità e intercultura" per il giornalismo: Il premio è istituito dalla Oforula onlus con il sostegno dell'Ufficio Politiche della Multietnicità e Intercultura del Comune di Roma.
In questo numero ospitiamo: per la sezione racconti e poesie: Mauro Bogdanovic, Candelaria Romero, Viktor Kubati, Darien Levani; per la sezione stanza degli ospiti: Mia Lecomte, Santos Lopez, Stefano Redaelli; per la sezione parole dal mondo: Karen Alkalay-gut, Pablo Urquiza, Hafiza Nilofar Khan; per la sezione generazione che sale: testi dell’Istituto sperimentale statale Maffeo vegio di Lodi; poi ci sono interventi di Rebecca Hopkins, Elisabetta Marino, Alessandra Carbonero; Raffaele Taddeo.
Buona lettura