El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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paura

ontora rahman

Era buio.
Molto buio. Non riuscivo a vedere quasi niente. Io non vedevo niente.
Alle mie spalle si accese una luce molto fioca. Non osai voltarmi a guardarla. Era una debole luce rossa. Non illuminava niente. Sotto i miei piedi c’era il vuoto. Tutto nero. Provai ad agitare le mani in avanti cercando di trovare qualcosa d’inesistente. Feci un passo avanti continuando ad agitare le mani. Niente. L’unica fonte esistente era la luce rossa, proveniente da dietro la mia schiena. Intrigata da quell’unica forza vivente, mi voltai di scatto. Una bocca dilatata emetteva quella luce. Era come un urlo soffocato. Gli occhi erano spalancati a più non posso e mi stavano fissando con un’occhiata minacciosa. Poi vidi le braccia che pendevano, sciolte, dal busto. Il corpo stava ciondolando lentamente da qualcosa d’immaginario. Poi alzò la testa e la luce illuminò una corda con un nodo legato al collo. Un brivido attraversò la mia schiena. Un cadavere stava dondolando con una corda legata al collo. La corda pendeva dal nulla.
Solo allora mi accorsi che il mio corpo si era immobilizzato e da tutte le parti uscivano gocce di sudore. Cercai di muovermi ma senza effetto. Riuscivo solo a sbattere le palpebre ma ormai non ne sentivo il bisogno. Il mio cuore pulsava a velocissimi battiti regolari. Stavo perdendo colore. La mia pelle assunse un colore grigiastro. Il mio volto era atterrito. Si sentì uno stridere di falco e dall’alto piovve una corda. Si sentì il rumore di un’ascia che tagliava qualcosa. Urlai come una matta. Urlai come una pazza. Urlai come una demente, una mentecatta, una forsennata. L’urlo si perse nel nulla. Non sentii la mia stessa voce. Riprovai invano.
- Aiutooo…!!! Qualcuno mi aiutiii…!!!- Dalla mia bocca non uscì niente. Urli strozzati. La mia gola era asciutta e la saliva non andava né su, né giù.
- Ho paura!- La corda si annodò intorno alla gola e strinse forte da fermare la circolazione. Tutto diventò buio.
Piano piano il buio diminuì. Ormai era tutto luminoso. Si vedeva tutto. Era anche un gran caldo perché fuori c’era il sole e io mi sentii la schiena sudata.

A tutti coloro
Che hanno paura di
Esprimere le proprie paure.

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sono le tre e venti

ontora rahman

Sono le tre e venti. Sono due ore che penso all’argomento della mia ricerca di scienze. Sono qui immobile a pensare. Non sono neanche sicura di pensare all’argomento della mia ricerca. La mia testa si è persa nel paese delle preoccupazioni. Domani ci sarà un dibattito contro il nazismo e ciascuno di noi dovrà dire il proprio discorso. Dovremo improvvisare. L’hanno deciso le prof. Dovremo improvvisare senza dire cavolate. Ma è ovvio che ognuno di noi, dentro di sé, si è fatto un’idea su cosa dire. La cosa l’ha decisa la professoressa Ortensio, la mia preferita. Gli altri prof. non avevano consentito di farci partecipare a questo dibattito, ma la prof. Ortensio li ha convinti a patto di non dirci cosa dire. Ad un tratto mi venne un’idea. Non per il dibattito. Per scienze. Il mutamento dei pesci Neonati. Si, era certo una scemenza, ma io lo facevo per dispetto alla mia prof. di scienze, visto che il mutamento era tra gli argomenti. Andai su internet e presi delle informazioni che poi incollai nella mia pagina word. Okay, avevo finito i miei compiti per venerdì. Ora potevo dedicarmi alle mie preoccupazioni. Naturalmente avevo un’idea su cosa dire, ma mi veniva comunque da pensarci su. Navigai su internet nel nostro fun-club di Υ Ν Α Μ Α Μ Μ Α Π Ε Ρ Α Μ Ι Χ Α .
Poi lessi un po’ di Harry Potter e il principe mezzosangue. Andai a letto. Mi addormentai.
La scuola era già cominciata da due ore ma non ci chiamavano per il dibattito. La prof. di scienze l’aveva annullato perché le andava così. Stupida razzista che non era altro! A lei non va bene quando parliamo delle crudeli cose che hanno fatto i nazisti con Hitler. Ancora noiosa razzista. Nella ricerca presi nove. Niente male avendo scritto un argomento super stupido. Il pomeriggio andai a casa di Federica, la mia migliore amica. Da lì prendemmo la roba e partimmo per la casa di Matilde, che aveva dato un pigiama party. Al party c’era tutta la classe. Maschi e femmine. Tra tutti c’era Richardo Lopez. Il ragazzo più intelligente, simpatico e carino della mia classe. Era spagnolo, di Madrid. Alla festa restai con lui a parlare di Harry Potter e il principe mezzosangue. La notte i ragazzi se ne andarono e noi femmine restammo a dormire da Matilde. La mattina andammo a scuola tutte insieme. In classe, la prof. di scienze ci chiamò in aula di informatica e lasciò in classe Richardo. Ma che razzista! Poi quando disse di andare a vedere il video di un programma di Geo & Geo, lasciò Richardo in classe con la scusa che doveva badare alle sue borse. Ma che razzista! Poi corresse un compito e diede otto a Richardo e nove a me anche se avevamo fatto lo stesso identico errore. Ok, questo è troppo! Non ne posso più delle sue razzie contro Richardo. Non è che mi dispiace solo perché è Richardo. Mi dispiace perché è un mio compagno di classe come mi dispiace per tutti i miei compagni di classe stranieri che vengono trattati male dalla prof. di scienze solo perché sono di un paese diverso. Alla fine della scuola decisi di chiamare Federica e Richardo per parlar loro del mio piano. La mattina lo misi in atto.
Stava procedendo bene. Quando lei non c’era, andavo a controllare se era tutto okay e andava per il verso giusto. Alla fine della scuola andai in presidenza per parlare con il nostro preside insieme a Federica e Richardo. Arrivati, il preside ci disse di accomodarci e aggiunse:
- Dov’è la vostra prof.? Siete soli?
- Si, il motivo della nostra visita è che…
E spiegai il fatto al signor. preside. E poi gli dissi il piano:
- Ho fissato il mio cellulare all’armadio studenti e ho filmato i comportamenti razzistici della professoressa di scienze. Se vuole glielo faccio vedere.
- Oh, certo!
Tirai fuori il mio cellulare dallo zaino e gli mostrai il filmato. Non disse niente. Disse solo che avrebbe tenuto in considerazione quello che gli avevamo detto. E mi chiese di mandargli l’MMS o SMS del filmato. Così feci. Il giorno dopo la prof. di scienze non venne a scuola. La professoressa Ortensio ci disse che il preside l’aveva mandata via per atteggiamenti di discriminazione razziale. Certo non ci credevo perché era poco credibile che un preside mandi via una prof. perché è razzista. Comunque ero felice che Richardo e tutti quelli che avevano o avrebbero avuto quella prof. avrebbero avuto finalmente il cuore in pace!

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Anno 4, Numero 17
September 2007

 

 

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