Nota biografica | Versione lettura |
acqua ancora
acqua che non si ferma
che non si lega.
acqua liberata, impazzita
che nessuna terra contiene,
salata per il sudore versato
quotidianamente in essa
…
all’approdo atteso, come corda ci tirasse
e legasse insieme,
purché arrivassimo fino alla
spiaggia
dura fredda ma letto almeno
riposo, sarebbe questo dopo lo squarcio
attraversato del mare
sarebbe questa la resa del mare;
acqua che non si è mai fermata
che ha ricomposto e mostrato voragini
in onde e creste dai disegni nuovi
e vuoti più minacciosi di notte,
è acqua che non si lega
che nessuna terra contiene.
la corda teneva legni cartone
a farne scialuppa
e legava noi in un unico corpo
dal fiato acido e ansimato,
quella corda dura che piaga
serrando ma che non separa le onde
dal sale arido a grani
e l’acqua dal respiro indigesto.
Quel gesto: spezzarla
avremmo voluto ma bisognava
aspettare ancora, essere insieme un corpo
contro l’acqua
pur di evitare gli abissi
non sciolta a riva, non libera
non letto invece
non pace, non aria non luce
ma ogni cosa in vetri acuti in frantumi
disposti con cura sopra un’appendice di terra
soffocato cemento e fili e inchiostri
-gocce d’acqua più nera,
noi in mala fila verso casa di ferite
dove i frantumi di corpo
quella stessa corda conduce,
ancora tirati, duramente condotti:
siamo quindi impronte, ma orrendamente
mutate
quelle stesse già lasciate a riva.