Nota biografica | Versione lettura |
Io cucitrice
Di umile rango
Di casta invisibile
Sconosciuta
Ancora
Io cucitrice
di pezze perdute dai viandanti
nel folto della nuova foresta
Lasciando cadere tra le dita troppo mobili
Briciole di sé
Per riconoscersi
Nelle mie vesti arcobaleno
ancora
Io icaro
Mastro curioso nella bottega
sull’isola nascosta tra i petali
della rosa dei venti
incollo
con linfa d’alberi e acqua di mare
Le piume degli uccelli che passano
Da un orizzonte all’altro
Lasciando cadere
Briciole di sé
Per ritrovarsi
Sull’isola nascosta tra i petali
della rosa dei venti
Ancora
Io chirurgo (s)comunicato
con incerta, somma perizia
adesso pratico la dolceacuta ferita
Incido
La pelle
Minuscolo foro incunea
La piuma d’altrove
Innesto feroce e sottile
Che s’infiltra appena esistente
Nella creatura terrestre
per sostenere
oltre
volo
– rendiamoci presenti l’uno all’altra
Io fui innanzitutto una creatura liquida
Una certa propensione al ritmo
All’intimità sotterranea
Cercatrice di perle
In superficie
una tigre di morbidezza ed eccessi
Nel corpo del fringuello dalla piccola voce
La tenera asprezza delle foglie fresche dopo la pioggia del primo autunno
Mescolate alla terra
fondendosi
frammentandosi
in fermento
E tu?
Il tuo sapore odore com’è?
Da cosa sei nato?
Quali furono le tue metamorfosi?
E siccome non ti vedo ancora vorrei sapere
di cosa sei fatto dove sei
Sussurramelo ma non farti sentire
È il mio regalo questo
il tuo segreto
È un cavallo, una briciola, un’onda? O…
Ha le ali, o no?
È fatto di terra, d’acqua, di fuoco, di lava o di vento sottile?
Quando ti visita? Nel buio della notte, nel ritmo quotidiano
Nel fragore delle feste della tua vita,
s’insinua nei tramonti silenziosi
o è forse un’impressione accennata nel risveglio?
Risponditi
corrispondimi
Qual è la promessa che ti compie?
Sei lì?
Mai perdere l'attenzione, mai la cura,
piccola e leggera come sono
e quasi trasparente per giunta
non perdermi tra gli angoli senz'anima
del labirinto armato
in cui si nascondono ingannevoli
invisibili e inavvertiti
orchi buchi neri
avidi di oblii e sfiducie
ruminando sempre le nostre impassioni
non assolvermi
ogni giorno
per non condannarmi
per tutti i giorni
rimproverami
fino ad allungare l'orecchio
alla goccia sottile della clessidra
la vaga clessidra nascosta tra i vicoli della mia architettura
che versa lacrime e sangue quando si sente mancare
e acque allegre fiotti di danza
per com'è la voglia e il mistero
cercare il mio abito
e il portatore da vestire con la mia pelle aperta
redimere insieme
cucire insieme una musica ignota
labirinto e uscita