Nota biografica | Versione lettura |
Il Macondo di Borgata Gordiani
Un viso da pagina aperta che si tinge dentro un microcosmo segreto e
Corrugato come il solco passato da buoi appena appena.
La fronte increspata da pensieri sparsi sul fango del suo campo nomadi.
Non corre buon sangue tra il campo e gli abitanti della zona.
Dietro la sua gente solitamente urlano che
Puzzano, rubano e maltrattano i bambini.
Quello sente il Melquiades di Villa Gordiani e
Sorride addosso a tutta questa rabbia umana.
Perché altro non gli è rimasto a fare.
Né ieri né oggi.
Vorrebbe invitarli a sentire come canta la sua gente,
Tutti proprio tutti.
Gli passerebbe tutta quella collera per il mondo intero se solo
Facessero due passi di danza con la sua gente.
Ieri e oggi.
Sarebbe meglio per tutti perché come diceva un gran scrittore in ognuno di noi c’è
Una parte di Rom, ma sicuramente non è quella peggiore.
Sente la musica del campo e sogghigna il vecchio Melquiades di Villa Gordiani.
È proprio così, pensa dentro sé.
Chiude gli occhi e sogna la grande festa per tutti.
La fantasia è il pane per la gente del suo campo.
Si potrebbe vivere solo di quella.
Il tramonto entra da ladro nel campo.
Purpureo come le labbra di sua nipote.
Il Melquiades di Villa Gordiani si addormenta pensando alla festa
Per tutti, proprio tutti.
Il Tamburello di mia nonna
Mia madre a volte mi raccontava che ero nato al tramonto.
Accompagnato dal suono del tamburello di mia nonna.
Le famiglie del paese andavano a vendemmiare assieme.
A volte andava anche la gente del nostro campo.
Li chiamavano perché mancavano le braccia.
Il sole sanguinava e mia madre poteva riposare solo per quella volta.
Assieme al mio pianto e al tamburello di mia nonna.
Un sollievo divino.
Mia madre a volte mi raccontava che ero nato al tramonto.
Era stata una giornata indimenticabile per lei.
Il silenzio vermiglio nel campo scortato dal tamburello di mia nonna.
La mia Roma
I signori passeggiano sui sampietrini lucidi e lisci, ed io calpesto la terra battuta del
Nostro campo.
I signori portano gli ombrelli colorati quando piove, ed io mi lavo il viso con la
Pioggia sporca.
I signori gettano i loro rifiuti nelle buste azzurrine, e io e mia sorella c’inventiamo
Cose utili.
I signori hanno dei visi tristi e pieni di pensieri brutti, e io sorrido al tramonto con i
Piedi nudi.
I signori mi guardano male nell’autobus colmo di gente, e io gli canto di com’è la
Vita leggera.