El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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il conto

viorel boldis

non tengo niente
né case né terre
nemmeno
un conto corrente
mi affido al vento
incostante stridente
ormai non mi spavento
non tengo denaro
nada nulla nafing
che cazzo di vita
da lupo mannaro
che faccio
ignaro
di cose e vizi
incolore
non bevo non fumo
faccio poco all’amore
sono un nulla facente
non spero
e non credo più in niente
cavalco la vita
come fosse una troia
e lei brutta stronza
sfottendo s’annoia
cavalco cavalco
ma domani la smonto
me ne vado in banca
e mi apro un conto.

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il sognatore

viorel boldis

Di notte, sulle strade camminano i pensieri
lasciati in disparte dagli altri, dimenticati.
Qualcuno li raccoglie e se li tiene stretti,
se li fa suoi e forse costruirà un mondo,
scriverà una poesia o crescerà idee.
Può scegliere, infatti son tanti i pensieri
che volano nell’aria,
basta guardarsi intorno, stendere la mano,
il cuore o lo sguardo e afferrarli.
Loro sono ben contenti trovare nuova casa
e nuovi spunti forse,
per vivere la vita di un altro sognatore.
Ma quanti sogni ancora
aspettano là fuori, al freddo e al buio?
Il sognatore non passa indifferente,
raccoglie e raccoglie,
lui prende tutto quanto, ascolta tutti quanti.
Poi, carico di storie, racconta agli altri
i loro stessi sogni dispersi e ritrovati.
Ma gli altri son troppo stanchi
e troppo indaffarati,
si stringono le spalle, si storcono il naso,
dei loro sogni persi non vogliono sapere,
un po’ per la vergogna, un po’ per la paura
di essere puntati dal mondo con il dito.
Ascoltano e basta.
Le storie, le idee, i nascosti pensieri
rimangono per sempre col nuovo sognatore
che proverà ancora a raccontarle al mondo,
a scrivere poesie, a non svegliarsi mai.

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gli argini della vita

viorel boldis

Lungo gli argini
che costeggiano la mia vita
state tutti in fila,
in silenzio,
con gli sguardi vuoti,
persi dietro a chissà quale orizzonte.
Vi cerco, vi chiamo,
alzo la mano, eccomi qui,
ciao, come va, come state,
ma lo spazio che ci circonda
forse è troppo immenso,
o forse gli argini
che costeggiano la mia vita
sono troppo verticali,
o forse niente di tutto questo,
ma soltanto paura,
un'angosciante paura
da tutte due le parti degli argini
che costeggiano la mia vita.

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Anno 3, Numero 14
December 2006

 

 

 

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