Il mio amico dice che non sono stato un bravo figlio
lo capisci
io dico sì capisco
Vi dirò quello che mi aveva detto
negli anni appena dopo la guerra
come allora si chiamava
la seconda guerra mondiale
un albero di datteri
e tutto intorno a me scompare
l’anestesia provvisoria del mio cuore
il sonno dell’eroe ancora muto
questa vita è di mia mano
l’arte lenta che rende la vita più semplice
mettendo al posto mio un uomo meglio di me
strappando le colpe che restano dalla mia infanzia
la vita, ce l’ho davanti al naso
con bonaria e rasserenante ironia
mi insegna, nel silenzio e nella solitudine
a risvegliare i migliori istinti della mia natura
vorrei perdere il senso dell’essere
per modificare ogni singolo avvenimento
la vita è una cosa piccola
percorro la terra con l’allegria di nessuno
Non so
perchè ti appartengo
a volte
come una casa ereditata
a volte
come un dolore acuto
tra le scapole
[...]
Cattedrali come tazze sbrecciate sopra una tavola antica, un banchetto d’ossa.
[...]
Arrivarono le nuvole e si fermarono sopra il piccolo paese. Fino a poco prima c’era il sole e tutti avevano il sorriso sulle labbra. Poi, come uno sciame di locuste, arrivò la nuvola dall’est che, spostandosi lentamente, produsse un’ombra scura al suo passaggio e, bloccando i raggi del sole, privò i loro visi di luminosità rendendo tutti lunatici ed ansiosi.
[...]