Nota biografica | Versione lettura |
un albero di datteri
e tutto intorno a me scompare
l’anestesia provvisoria del mio cuore
il sonno dell’eroe ancora muto
una roccia carica di felicità
ma la verità è coperta di sabbia
e con l’andar del tempo
ci si addormenta nel corpo del re
intanto il mondo appare più piccolo
con dolce violenza mi distacco
da tanta altezza
non ho più tempo di guardarmi intorno
la valigia è pesante
ma non contiene niente d’importante
questa vita è di mia mano
l’arte lenta che rende la vita più semplice
mettendo al posto mio un uomo meglio di me
strappando le colpe che restano dalla mia infanzia
dimentico ogni giorno
di fare quella tale e tale cosa
la vita è una merenda a puntate
visito il museo di Jean Arp gustando un gelato
l’arte mi fa pensare alla mia amica di Losone
il suo silenzio calmo e consapevole
le sue parole in perpendicolare
mi trasportano in una piazza larga
luminosa di luce propria
la piazza grande di Locarno
la vita, ce l’ho davanti al naso
con bonaria e rasserenante ironia
mi insegna, nel silenzio e nella solitudine
a risvegliare i migliori istinti della mia natura
nel corso di questa settimana
ho smesso di pensare con nostalgia
al buon tempo antico
e mi sono tolto dai piedi
la forma di un pensiero nemico
ora scivolo tranquillo al centro della mia vita
una clandestinità leggera e gioiosa
ho terminato la mia riserva di doveri famigliari
sto mangiando senza indugio
una grossa fetta di crostata di ciliegie
vorrei perdere il senso dell’essere
per modificare ogni singolo avvenimento
la vita è una cosa piccola
percorro la terra con l’allegria di nessuno
sì, mi piace la frontiera
da un paese all’altro respiro con sollievo
per poltroneria mi muovo poco
corro il rischio di dormire troppo a lungo
ma rimango sempre affettuoso
pur essendo un altro me stesso
e non guardo più il passato
ogni tanto la mia gioia diventa ribellione
poi studio e amo nel corridoio affollato
di tante cose e tanta gente