Nota biografica | Versione lettura |
Vola
idea soave
di passione libera
sulle fiamme del sole
e i ghiacci della paura
a disfare artrosi guerre
e pettegolezzi attorno ai re
impietriti dal tempo iracondo
Vola bianchissima come la vela
della piroga che sa trasportare
parole e dubbi dell’infanzia
dei pensieri addormentati al seno
dell’ evoluzione e un po’ intirizziti
nella solitudine delle simpatie
Vola su bugie e specchiere sorridenti
nel cuore di sabbia quando i gran denti
del re vittorioso schiacciano quel che
fiorisce di nuovi colori sotto il sole
Così l’idea neonata va verso la legione
in fondo alla vallata dove ogni uomo marcia
assieme a torme di solitari e grida rauche
com’è la vita allorché si scuote dal nulla che
attorno ci abbraccia ruotando nel vuoto ove
gli abitanti sono vestiti di luce ed i pensieri
di nuova musica scritta su carta invisibile
che avvolge e lancia le idee a cantar la vita
volando soavi di passione sulle fiamme al sole
“Troppo solo sei
e troppo soli noi
per vincere qualcosa”.
Era l’eco
di cento siringhe
naufragate
rovesciando al fondo
tenebre di musica
e sempre da quell’istante
m’accompagnano i suoni di Roma
con le loro storie
mai giunte al sole
Ma chi le ascolta
sepolte nelle gole
di pietra
dove annegano
i singhiozzi
di mondi
chiusi al cielo?
Dal fondo affiorò una voce
“Ti ricorda nulla
quel che cantiamo al buio?”
Colossi rotondi
ringhiere di ferro
giochi incrociati
ciurlanti dissonanze
si levarono nella polvere
e in mezzo
Ermete pappagallo
mormorava vezzi millenari
cantando una città
a geometria
mobile
finché il sole
spronato a suon di talloni
versò su un rigo di luce
una fila di lance
scese
a difendere vecchi trionfi
fusi al selciato
e nei miei occhi
rotolò
una legione stinta
infrangendo il vetro del tempo