El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Nota biografica | Versione lettura |

vela

stanislao nievo


  Vola
  idea        soave
    di  passione     libera
       sulle fiamme del sole
         e i ghiacci     della paura
           a disfare artrosi       guerre
             e pettegolezzi attorno   ai re
                impietriti dal tempo iracondo
                  Vola bianchissima come la vela
                    della  piroga  che  sa  trasportare 
	              parole   e   dubbi      dell’infanzia
                        dei pensieri addormentati al   seno
                         dell’ evoluzione e un po’  intirizziti  
                          nella    solitudine     delle    simpatie
                          Vola su bugie e  specchiere sorridenti
                          nel cuore di sabbia  quando i gran denti
                         del  re  vittorioso    schiacciano    quel che 
                        fiorisce di   nuovi   colori    sotto   il     sole
                       Così  l’idea neonata   va    verso   la legione
                      in fondo alla vallata dove  ogni uomo marcia 
                    assieme a torme   di   solitari e     grida rauche 
                  com’è la vita  allorché  si scuote dal nulla che
                 attorno ci   abbraccia   ruotando nel vuoto ove 
                 gli  abitanti sono   vestiti  di  luce  ed  i pensieri
               di  nuova    musica   scritta   su    carta invisibile
              che   avvolge   e   lancia   le   idee  a cantar la vita
          volando soavi  di  passione  sulle   fiamme   al    sole 

Inizio pagina

 

canto di chi non è

stanislao nievo

“Troppo solo sei
e troppo soli noi
per vincere qualcosa”.
Era l’eco
di cento siringhe
naufragate
rovesciando al fondo
tenebre di musica
e sempre da quell’istante

m’accompagnano i suoni di Roma

con le loro storie
mai giunte al sole
Ma chi le ascolta
sepolte nelle gole
di pietra
dove annegano
i singhiozzi
di mondi
chiusi al cielo?

Dal fondo affiorò una voce

“Ti ricorda nulla
quel che cantiamo al buio?”

Inizio pagina

 

arcobaleno urbano

stanislao nievo

Colossi rotondi
ringhiere di ferro
giochi incrociati
ciurlanti dissonanze
si levarono nella polvere
e in mezzo
Ermete pappagallo
mormorava vezzi millenari
cantando una città

a geometria

mobile
finché il sole
spronato a suon di talloni
versò su un rigo di luce
una fila di lance
scese
a difendere vecchi trionfi
fusi al selciato
e nei miei occhi

rotolò

una legione stinta
infrangendo il vetro del tempo

Inizio pagina

Home | Archivio | Cerca

Archivio

Anno 2, Numero 11
March 2006

 

 

 

©2003-2014 El-Ghibli.org
Chi siamo | Contatti | Archivio | Notizie | Links