El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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dialogo della partenza e del nessundove tra l'uomo che fuma e la donna delle domande

fabio pusterla

Partivo. Dovevo partire. Sono partito.

Per dove sei partito? E anche: da dove?

Non c'è più dove per chi parte: la partenza
cancella tutto, frana su di te
come la porta di una gabbia che ti chiude
fuori, nel fuori senza radici del mondo.
Fuori di te e degli altri, senza
nessun rifugio, niente.

Ma tornerai? Speri di farlo, un giorno?

Vedo che non capisci. È normale. Il posto
dove tu pensi che potrei un giorno ritornare
non esiste. Non esiste più, né mai è esistito.
Credo di vederlo certe volte nei sogni: è un solco
di terra nella luce di un tramonto. Ma non so dove: solco,
sfumatura. Quella terra ha un colore preciso nel sogno,
un peso che credo mi appartenga.
Cenere di antenati, penso. Polvere.
Poi mi sveglio, ho in bocca un gusto di fumo, e so che il sogno
va dimenticato in fretta, fa solo del male.

Una volta ho visto dei maiali, tantissimi,
caricati su un camion e portati via. Venivano
da piccole fattorie, i contadini
ne mettevano uno o due sopra un carretto
per venire al mercato. Poi ai maiali
si apriva un labirinto di transenne, e in fondo c'era
un uomo che li aspettava, con gli stivali e la frusta.
Li faceva salire sul camion,
io forse pensavo a Sobibor, Treblinka, i maiali gridavano.
E in un attimo non c'era più campagna:
maiali sopra un camion, uncini, autostrade, macelli.
E qualche volta, svegliandomi di notte, mi domando
cose strane.

Cosa ti domandi se ti svegli di notte?

Mi chiedo dove sono e perché. Mi chiedo se sono
dove di giorno sono convinta di essere, o se forse
sono già altrove. Tu sogni di notte un manciata di terra
e ti svegli con la bocca di fumo;
io vivo sopra una terra che dice di essere mia
e ho paura di essere una cosa, vedo in sogno i maiali deportati,
e se mi sveglio non so più dove sono.

Stai partendo. Dovevi partire. Sei già partita.

Da nessundove, verso una direzione che non scelgo.

Neppure io ho scelto. Siamo scagliati nel nessundove
come i tuoi maiali. Ma possiamo cantare qualche canzone
se vuoi.

I maiali sul camion cantavano?

Forse cantavano una canzone dolcissima.

Forse cantavano per dire che erano vivi.

E chi sentiva questa canzone dei maiali
dopo non era più lo stesso.

Come me, che adesso li sogno e mi domando cose strane.

Come me, che mi sveglio con la bocca di fumo.

SEGUE UNA CANZONE DOLCISSIMA

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Anno 2, Numero 11
March 2006

 

 

 

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