Quando entri il profumo di mosto ti afferra,
ti avvolge, stuzzicante, ma a memoria di uomo
qui non fanno il vino
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Dalla soglia onirica
contemplo la magia antica
l’alchimia della mutazione
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Nei cortili della mia Agram amata
s’affacciano le finestre insignificanti delle cucine
odoranti di frittelle
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"È finita”, pensò Marta mentre varcava la soglia del confessionale.
Dentro l’abito grigio da suora che l’aveva resa invisibile agli occhi della gente, Marta portava tante cose.
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Verso le quattro di mattina non si può pensare a tutto. Il letto si muoveva, ma nel sonno succedono tante cose assai più inquietanti
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Finalmente il buio e, meno male, accanto a lei una poltrona vuota. Nessuno la vede, nessuno la conosce, nessuno sa che è qui. Si può rilassare, ora.
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