El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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nader ghazvinizadeh

Come grilli, come rane di fiume

saltavamo a Trebbo sul traghetto che porta a Longara

poi di corsa a Bonconvento, alla locanda

strisciavamo sotto la serranda

chiudeva la cucina

mangiavamo l’affettato misto, i cantucci col vin santo

poi in cantina, a finire il vino

a legger le carte, e immaginar le vigne

scappando come lucciole, con il rosso ancora in bocca.

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nader ghazvinizadeh


Destarsi il mattino e lavarsi come si fa il bucato

ubriachi dalla mattina, sempre fuori, sempre in piedi

già da tempo nelle osterie le tovaglie erano sporche

la fame come costante

la pentola di pastasciutta come ossessione del pomeriggio

destarsi il pomeriggio e vestirsi come si fa la valigia

tutti sempre a bere, sempre sporchi, seduti sul marciapiede

già da ore nel rione le osterie erano vuote

i giganti venivan giù dal buio di Lamporecchio

da sempre nei bar le insegne sono senza la corrente.

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nader ghazvinizadeh


Sono uscito con il gozzo sporco dell’acqua di porto

ho lasciato la città di pietra

il mare prosegue l’idea di pianura

nessuno vuol capire

lo stesso discorso che faccio mille volte sul legno

e mi cucino, mentre tutto trema

e già il silenzio mi cambia l’accento

arriverò fino dall’altra parte, nei bar di legno

a capire se fanno come da questa riva

lambendo le città battute dal vento

barcaioli, legno sulla pianura d’acqua alle otto.

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Anno 2, Numero 9
September 2005

 

 

 

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