El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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annelisa alleva

Vero che la sveglia scende coi tacchi sui gradini.
Vero che sui mobili la notte per ultima dispare.
Vero che noi siamo stretti stretti, anche nel letto.
Vero che la martire cristiana riposa
accanto a una tomba vuota, fatta fabbricare
per una donna che il popolo ha chiamato santa
solo in virtù della sua propria ignoranza.
Vero che nel mosaico ha una truce espressione.
Vero che il soffitto che la protegge dalle intemperie
raccoglie i resti cari agli dei di un pranzo
che nessuno ebbe mai scopa tanto lunga da spazzare.
Vero che il diavolo riposa in una stanza viola scuro.
Vero che quella stanza invoca stanca il sole a sera.
Vero che il diavolo deve lasciare
che la martire venga chiamata santa
e l'altra colei che distese il suo primo marito
e pretese accanto alla prima un monumento
per raccontare lei, nei secoli dei secoli, la storia.

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annelisa alleva

Tutta la vita ho ubbidito a voi, sentimenti.
Siete stati corse al treno senza niente,
attese interminabili, borsellini vuoti.
Siete stati consultori dove i guanti
erano freddi, e i ferri troppo grandi.
Siete stati lettere infiammate, posta
infilata sotto i maglioni, notti di pianto.
Siete stati àsole, orli, bottoni, colletti,
lucide scarpe, calde voci e contatti,
mantelli, cappotti di velluto, stivali,
sacchetti colmi della spesa, giardinetti.
Siete stati timidi occhi di fanciulli,
sorrisi incerti, benedizioni davanti ai letti.
Siete diventati, dopo strade, cliniche private.
Lo sforzo d'imboccare gli ammalati.
Siete stati sangue, per evitare i rimpianti.
Sciabole sguainate davanti al quieto vivere.
Avete urlato no davanti ai compromessi.
Davanti all'avvocato vi siete alzati all'ingresso.
Siete stati i miei pugnali, i miei rosari, muse.

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annelisa alleva

Mi ha portato il male in casa,
eppure ignora la strada del rammarico,
come un'isola senza faro e senza messaggi.
Mi ha portato il male in casa,
e ora ostenta per il male indifferenza,
e indifferenza per il suo danno.
Un'isola che la costa corteggia,
ma che guarda il largo mare con disincanto.
Che teme il guizzo di un pesce o di una stella.
Minacciosa come un vulcano spento
che la natura ha fatto più alta dell'altra
per compensarla della sua statura.

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Anno 2, Numero 8
June 2005

 

 

 

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