Nota biografica | Versione lettura |
E’ un’affermazione del sociologo algerino Abdelmalek Sayyed, citata da Khaled Fouad Allam nella breve introduzione a L’Islam sotto casa di Francesca Paci.. Essa dà una cornice teorica al libro, stimolo dialettico ad approfondimenti successivi. Partendo dal suo lavoro giornalistico per “La Stampa”, l’autrice descrive come questa presenza fisica abbia ormai pervaso la città, inserito mutamenti, creato interessi, mutato di fatto e irreversibilmente il quotidiano. Francesca Paci accentra la sua attenzione sull’Islam, non solo per l’importanza numerica della comunità musulmana in Italia ma anche perché attorno ad esso si confrontano concetti di modernità, valori e, non ultimo, stereotipi. L’Islam sotto casa è un rendiconto, anzi e meglio, un racconto di fatti, di comportamenti, di presenze, di cose, integrato da dati che definiscono il presentarsi del fenomeno. Con una suddivisione in agili capitoli, dalla danza del ventre ai problemi delle sepolture, ricchi di riferimenti e di note cerca di cogliere una nuova realtà di un dialogo, talora inconscio, spesso problematico ma che incide nel nostro vivere. E’ una lettura utile, preziosa, che ci aiuta ad osservare meglio, a vedere ciò che spesso non vediamo.