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fiorano rancati

Adonis (Ali Ahmad Said Esber, nato a Kassabin in Siria nel 1930) è oggi considerato uno dei maggiori poeti contemporanei. Nonostante la sua fama risalga agli anni sessanta, in Italia le prime traduzioni al di fuori dell'ambito accademico sono degli anni novanta grazie all'ampliarsi dell'attenzione verso la letteratura araba, indotta dal crescere della presenza degli immigrati. A novembre è giunto in libreria, nella prestigiosa collana de "Lo specchio" dell'editore Mondatori, il "Libro delle metamorfosi e della migrazione nelle regioni del giorno e della notte". E' una delle sue prime raccolte, data alle stampe alla metà degli anni '60, presentata nell'ottima traduzione di Fawzi Al Delmi. Il volume si colloca nella tradizione della grande poesia araba, qui anche pervasa profondamente da una cultura letteraria moderna, che comprende tracce di influenze venute da Occidente.
La parola/immagine non è metafora, perché, accostata in sequenze di grande fascino evocativo ad altre parole/immagini, non richiama che sé stessa e la magia del testo poetico. Lo spazio narrante non scompare completamente e l'epica si mischia al vertiginoso e lussureggiante lirismo, come nel poema dedicato al "Falco di Quraish" fondatore dello stato omayyade di Andalusia. E a chi è ignoto l'arabo piacerebbe sentire il suono che appartiene a questa poesia, nata quasi sempre per essere detta, letta in pubblico. Ma è possibile anche goderla in solitudine, abbandonandosi al piacere di un testo che non ha bisogno di ragione, di cui basta cogliere i colori e i frammenti delle visioni trasposti in scrittura dal poeta.
E al "Libro delle metamorfosi" è da unire la lettura delle "Cento poesie d'amore", uscito lo scorso anno da Guanda che appartiene all'ultima fase dell'opera poetica di Adonis. In testi brevi e di grande intensità il poeta narra di stati d'animo, di riflessioni sul sentimento e, anche, dei momenti vissuti di storie d'amore. Quasi che l'avanzare degli anni imponga una saggezza che però non è aliena dal disequilibrio dei sensi. E allora quasi scompare la meraviglia dell'immagine e i versi acquistano l'essenzialità di un invito a pensare su di sé e sulle proprie emozioni perché l'amore è "sempre più grande di quanto l'abbiamo immaginato, più lontano di quanto l'abbiamo pensato".

Oh, le parole non possono che offrire i loro fiori
a colui che amano, guardandolo confuse.
Adonis

Adonis Libro delle metamorfosi e della migrazione nelle regioni del giorno e della notte Mondatori, Milano 2004, p.126

Adonis Cento poesie d'amore Guanda, Milano 2003, p.106

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Anno 1, Numero 6
December 2004

 

 

 

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