Gėzim Hajdari questa volta si č cimentato con una sorta di reportage.
Nell'aprile scorso č stato nelle Filippine insieme ad un suo amico fotografo,
Piero Pomponi, che sta realizzando un progetto di biografia fotografica su
Hajdari, e ne ha approfittato per offrirci uno spaccato della situazione sociale
e politica del paese del sud est asiatico.
La descrizione che fa Gėzim, agile, ma precisa in alcuni dettagli, ci
permette di cogliere aspetti significativi della realtą filippina e della vita
che vi si conduce, come quando ci introduce nella Manila del sesso o quando
mette in risalto il potere politico della vedova di Marcos.
L'occhio con cui viene vista la realtą filippina č quella della denuncia
delle gravi sperequazioni economiche esistenti.
Gėzim sta dalla parte della gente che soffre e che fa fatica ogni giorno a
sopravvivere mentre enormi ricchezze vengono derubate e sperperate. Egli infatti
ad un certo punto afferma che non esiste nel paese una classe media, ci sono i
poverissimi, la stragrande maggioranza della popolazione, e i ricchissimi.
Forse č solo in questa realtą socio economica che da pił di un decennio si č
sviluppato il fenomeno para religioso della rappresentazione realistica della
passione di Gesł Cristo con vere e sanguigne flagellazioni, con vere
crocifissioni e penetrazione dei chiodi nella carne. Il rito č sconfessato dalla
Chiesa cattolica che vede in questa rappresentazione un fatto commerciale e
turistico.
Il reportage č interessante anche perché l'ottica č quella di un poeta e non di un giornalista o fotografo e proprio per questo momenti, situazioni sono quasi illuminati pił che analizzati e descritti.