El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

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pap khouma

Lo scorrere veloce di tragici eventi internazionali mi tolgono la forza e la ragione di soffermarmi, in questa rubrica, su temi prettamente letterari, di disquisire di poetica o di stilistica. Guerra-terrorismo, terrorismo-guerra, sequestri, assassini, massacri di innocenti! Irak, Cecenia, Israele, Palestina, India, Afganistan, Pakistan, Costa D'Avorio, Indonesia, Haiti, Sierra Leone, Liberia, Darfur, Madrid... sangue, orrore, morte ovunque. Mi rifiuto di somigliare ai tre musicisti che continuano a suonare mentre la nave Titanic viene affondata da un Iceberg e migliaia di passeggeri muoiono portati via dalle onde gelate.

A luglio ho assistito a Milano alla presentazione dell'ultimo libro di Carmine Abate: "La festa del ritorno". L'autore e gli altri relatori - Rafaelle Taddeo di El-Ghibli e il critico letterario Fulvio Panzeri - hanno parlato di scrittura, di cultura, di popoli, di migrazioni passate e presenti, di universalità e ovviamente di Scanderbeg, eroe nazionale albanese. Colui che ha combattuto per anni e ha arginato l'avanzata della potente armata ottomana, che in un certo senso erano gli Americani dell'epoca. Non era la consueta e noiosa presentazione di un libro. Un musicista arberesche con la chitarra segnava le pause dei relatori con le note di "Lulé, Lulé", cioè "Fiore, Fiore", antico e nostalgico canto d'amore. Gli Arberesche di Milano, presenti in massa nella sala, quella sera, intonavano quello struggente canto insieme al musicista e ad Abate... . Era emozionante anche per chi non capisce l'arberesche, l'antica lingua degli albanesi approdati sulle coste della Calabria più di cinquecento anni fa. Era una festa magica, limpida, che non aveva nulla di folckoristico. Era cultura.
Qualche mese prima. 11 marzo: la furia terroristica colpisce una stazione ferroviera di Madrid causando la morte di duecento civili.
Prima e dopo la guerra in Irak, il quasi centenario conflitto israelo-palestinese, terrorismo e odio interreligioso in Pakistan, India, Turchia, Indonesia, Filippine... continuano a mietere vittime innocenti.

A luglio a San Marino Bentivoglio, vicino a Bologna, nel parco del Museo della Civiltà Contadina "Villa Smeraldi", El-Ghibli, grazie all'irrefrenabile intraprendenza di Gabriella Ghermandi, ha organizzato tre giornate culturali: "Evocamondi". Attori, cantastorie, scrittori italiani, arabi, argentini. Tahar Lamri, Candelaria Romero, Alberto Masala, Matteo Belli, Fausto Carpani, Sid Ahmed Benbali, Yousif Latif Jaralla, Alessandro Ghebreigziabieher, Valentina Bruscoli si sono esibiti nell'arte di narrare e di intrattenere nelle varie culture. Era cultura.
Contemporaneamente in Sudan, paese ricco in petrolio, intere popolazioni civili erano costrette a scappare dai propri villaggi già colpiti da carestie e malattie, per non farsi ammazzare da spietati predoni. Ogni giorno, al largo di Lampedusa, venivano avvistate boat people stracarichi di umana disperazione provenienti da Africa, Kurdistan, Palestina... le Torri gemelli erano già state rase al suolo in nome di Allah.

Questo primavera, Gabriella Ghermandi, in un'inconsueta veste di attrice, ha piacevolmente stupito il sottoscritto e certamente il pubblico del Museo di Scienze Naturali di Verona durante la presentazione di El-Ghibli. Accompagnata da due suonatori e cantanti della Guinea Bissau, ha recitato in maniera naturale ma molto coinvolgente: "All'ombra dei rami sfacciati, carichi di fiori rosso vermiglio", un inno alla libertà ambientato nell'Ethiopia del dittatore rosso Menghstù Haile Mariam... . Era cultura.
In quel momento Costa d'Avorio, Liberia, Sierra Leone erano - e sono tutt'ora - impantanate in una assurda, fratricida guerra civile. Haiti non trova pace. L'India è impazzita. I Balcani sono una trappola mortale per i propri abitanti. Eritrea e Ethiopia, popoli con stessa carne, stessa sangue, si stanno autodistruggendo per un lembo di terra. L'avvenente Argentina è sprofondata nella miseria. Cile, Nicaragua, Brasile, Cuba, Colombia Perù... indios dell'Amazonia sterminati, latenti guerre civili, dittatura del proletariato, guerriglia, sequestri di persone, traffici di droga, di armi...

Ero presente in Piazza Duomo, a Milano, martedì 7 settembre, al raduno organizzato dalla comunità di Sant'Egidio sul tema "Religioni e culture. Il coraggio di un nuovo umanesimo". C'erano le rappresentanti di tutte le religioni del mondo. Hanno firmato un appello per la pace universale che tutti dimenticheranno il giorno dopo. Lì, quella sera, ho appreso delle due ragazze italiane Simona & Simona del Ponte per... rapite a Baghdad. Oh Allah, fa sì che vengano liberate presto. Non hanno fatto male a nessuno. Queste fanciulle, Simona Pari e Simona Torretta, sono due "madri Teresa" di Bagdad. I bambini disperati e le donne martoriate di Baghdad hanno bisogno di loro. Enzo Baldoni era già stato rapito e assassinato.

Rafaelle Taddeo, Tahar Lamri, Kossi Komla-Ebri, Mia Lecomte, Candelaria Romero, Silvia Trincanato, Cristina Ali-Fara, Silvia Gomedi, Sandra Clementina Ammendola, Alberto Maurizi, Gabriella Ghermandi, Amara Lahous, il defunto e rimpianto Franco Argento, Claudia Riccardi, Teresa Arabo, Pap Khouma... Cito redattori e collaboratori di El-Ghibli perché trascurano figli, mogli, famiglie, amici e spendono tempo e denaro propri, per scrivere, leggere e fare Cultura. A loro giro le domande che ricevo in questi giorni da uomini e donne incontrate in libreria. A cosa serve la cultura se il mondo crolla? Serve comprare libri e continuare a leggere? Perché parlare di cultura mentre gli esseri umani si dimostrano sempre più feroci? Sempre più disumani?

Fece epoca questa domanda rivolta a Jean-Paul Sartre, il padre dell'Esistenzialismo: A cosa serve un libro di fronte a un bambino che ha fame? E lui rispose nella maniera più banale: A nulla! Perché un bambino affamato ha bisogno di pane.

Ora noi, i bambini, li uccidiamo sparando alle spalle. Abbiamo sparato alle spalle ai bambini della scuola di Aslan? Sì. Perché facciamo parte del genere umano ed esseri umani non hanno esitato a violentare dei bimbi nella palestra della scuola di Aslan. Esseri umani, mostri come noi, hanno massacrato i bimbi di Aslan sotto gli occhi di madri e padri e viceversa. A cosa serve la Cultura? Lo chiedo mentre non riesco a fermare le lacrime. Ora noi, in Africa, i bambini non li facciamo solo morire di fame o li lasciamo saltare sulle mine fabbricate con amore da bravi padri famiglia occidentali. Ora i nostri bambini li sequestriamo, li droghiamo e li trasformiamo in spietate macchine da guerre tribali. Ora noi, in Asia, i nostri bambini li schiavizziamo. Come nei campi di cotone della Louisiana o nelle piantagioni di caffè del Brasile, vi ricordate? Con le loro manine sottili sottili e per dodici ore al giorno e per quattro soldi e per mille frustate e sevizie, i nostri piccoli buddisti o musulmani di cinque anni cuciono per l'Occidente cristiano, tappetini persiani o afgani, carini maglioncini, leggere scarpette da tennis, palloni di calcio per camponi miliardari d'Europa e d'America. Ora noi, nel cristiano Occidente, facciamo pochi bambini e bambine e poi li stupriamo, perché il ritmo sfrenato della nostra vita non permette mica a tutti di viaggiare in Brasile, in Senegal o in Thailandia per abusare di piccole e piccoli negri e buddisti. Oh mon dieu, per carità, li paghiamo e con quei soldi mangiano loro e fanno mangiare le loro famiglie. A New York e dintorni i nostri paffuti bambini vanno a scuola con la pistola e sparano ai compagni antipatici e alla maestra esigente e dopo, per castigo, non li mandiamo dietro alla lavagna ma li facciamo accomodare sulla sedia elettrica o li ospitiamo nella camera a gas. Et voilà la splendente civiltà superiore dell'uomo sapiens sapiens con tutti i suoi Allah, Dio, Buddha, Yahvé e Televisione.

Che fine hanno fatto i piccoli e grandi umanisti universali? Morte madre Teresa di Calcutta, scomparso Gandhi, invecchiato Nelson Mandela, eliminato Martin Luther King, zittito l'Abbé Pierre di Taizé, ammalato il Papa...
In che mani è finito il nostro mondo? Questa è la mia personalissima opinione: nelle mani di Bush figlio, Sharon, Musharaf, Oriana Fallaci, Bin Laden, Blair, Principi sauditi, Emiri kuwaitiani, Kim II Jong, Ayattolah iraniani... pazzi, megalomani, neroni, paperoni, petrolieri, terroristi, dittatori, assassini, bombe intelligenti, guerre chirurgiche, guerra-terrorismo, terrorismo-guerra.

Questo mese El-Ghibli ospita: Serdakowsky, Carbonero, De Caldas Brito, Kaha Mohamed, Ghita, De Lorenzo, Ragagni, Riviello, Ciriachi, Manca, Agustoni, Turrini, Dassi, Vasic, Caiello, Vivan, Jabbar, Farah, Marino

E nel supplemento vi presentiamo l'opera di Carmine Abate.
Mille grazie a voi che ci mandate i vostri testi. Mille grazie a voi che ci leggete.

Ricordiamo Franco Argento uno degli ideatori di El-Ghibli, scomparso nel settembre 2003. Credeva fermanente nella possibilità di un mondo giusto, equilibrato, sano. Ricordiamo alla sua famiglia che non abbiamo dimenticato Franco e che continueremo a pensarla come lui, continueremo a scrivere, leggere, sognare e sperare.

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Anno 1, Numero 5
September 2004

 

 

 

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