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roghi

hasan atiya al nassar

Boschi seguono la tua ombra,
e donne tra le zagare.
Ti innalzi là, dove sorgono
le città dell'estate,
dove baci di fanciulla
diventano inni sacri.

E' donna d'anima.
E' tra i figli uccisi, è tra i figli vivi.
Già l'alba le porta lacrime
(e ancora lontana è la notte).

Sii tranquilla,
poiché sentieri d'acqua s'aprono
nella foresta del tuo cuore.
Sii tranquilla
ora che tra Baghdad e i tuoi occhi
s'incendiano gli anni orfani,
e le trascorse stagioni
sono più belle del passo degli usignoli,
perché tu sei il canto che sgorga
l'inno della collina.

Là, nei campi
dove galleggiano i nostri nomi,
nei giorni autunnali,
nella pattuglia triste...eravamo felici?

E sei la voce dei martiri
ai quali vedemmo lacrime d'argento.
E la terra non è il colore
di questa storia.

Ti vedo, spada d'ossa
in un giardino dimenticato,
sogno che muore nei chicchi di riso,
da Baghdad fino all'isola occupata:
non avrà gloria la spada brillante,
né canti avranno
le nostre piccole vittorie.
Lei è una donna,
scrive di notte sui piatti dei poveri,
a casa sua spighe verdi, nel cuore roghi.
Lei è una donna, e già l'alba porta lacrime...
e tu, tu sii tranquilla,
ché sorgenti d'acqua zampillano nel bosco del tuo cuore.

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Anno 1, Numero 4
June 2004

 

 

 

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