Tema di riferimento: SVEZIA ED IO
Data: Inverno del 1981
Pubblicazione: "Infanzia: paradiso perduto", Revista Caras & Caretas / 2213.
Supplemento Caracara, Buenos Aires, 1984: 2-4.
Le poesie qui di seguito proposte sono state prodotte all'interno di una sperimentazione didattica impostata da docenti argentini, emigrati in Svezia, che avevano la necessità di trasmettere e rafforzare la lingua materna nei loro figli, distratti dalla lingua del paese ospitante.
Le caratteristiche della sperimentazione possono essere circoscritte in due elementi fondamentali, ma molto significativi: 1) l'impiego delle attività creative e artistiche in funzione dell'apprendimento delle lingue; 2) il ricorso alla pedagogia di Paolo Freire conosciuta in Italia come l'ideatore del metodo della "coscientizzazione".
Le espressioni di scrittura di poesia offerte, che sono una traduzione dallo spagnolo, rimandano ad un'epoca pionieristica, quando si scoprivano e sperimentavano moltissime intuizioni pedagogiche italiane o meno, dalle proposte di Mario Lodi a quelle della scuola di "Summerhill". In Italia furono gli anni in cui si diffondevano i 10 punti della "società linguistica italiana", che incitavano gli insegnanti a liberarsi da un insegnamento legato esclusivamente a strutture grammaticali e sintattiche. Si credeva fortemente al legame fra apprendimento e spontaneità, fra apprendimento e creatività. Quegli anni hanno lasciato un'eredità che si è attenuata col tempo, ma che ora, in presenza di nuove generazioni etnicamente composite e con più consistenti problematiche di apprendimento, della lingua materna o meno, sarebbe opportuno riprendere pur in una attualizzazione e contestualizzazione diversa.
Anche d'inverno sono contenta
Ma fa molto freddo
E trovo che sia divertente
Bianco bianco bianco
Come il foglio di carta
Sul quale ti scrivo
Andrea Gòmez
Uruguay - 9 anni
Quando arrivai in Svezia
Sentii come un rumore svedese
Ma non capii nulla
Era come se mi parlassero in guaranti
(la lingua degli indios del Paraguay)
era come il rumore del mare
e come il rumore del vento
insomma,
tante cose incomprensibili.
Marìa Jimena Romero
Argentina - 9 anni
Quando arrivai in Svezia
Mi sembrò molto bella.
Mi sembrò come se avessi viaggiato ad [verso] un altro pianeta.
Guardai fuori dalla finestra
E vidi tutto bianco,
bianco come un cartoncino bianco
nel quale bisognava disegnare bambini che giocavano con la neve.
Uscii per giocare con qualcuno
Ma nessuno mi capiva.
Allora disegnai tanti bambini
Giocando con me.