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poesie

gruppo 98 bologna

Siamo un gruppo di lettrici/autrici che si incontrano mensilmente per confrontarsi sulla parola poetica delle donne. Serena Pulga è stata la socia fondatrice del gruppo, che comprende una decina di donne che scrivono poesia (Serenella Gatti, Graziella Poluzzi, Claudia Calvi, Alessandra Vignoli, Anna Zoli, Loredana Magazzeni, Stefania Magri, Paola Tosi, Vannia Virgili, Guiduccia Maccaferri e Anna Bellini)."Avevamo bisogno di conoscerci, di ascoltarci, di legittimarci. Così il primo passo è stato un passo di cura: accudire le parole delle altre leggendole con pazienza, con grazia e recensendo a vicenda, una volta al mese, nel modo che ognuna sentiva più consono, i testi preparati e offerti all'ascolto".
C'è un "tepore dell'attenzione", come scrive Simone Weil,in Piccola cara…Lettere alle allieve, nel mettersi in gioco ascoltando l'altro. Questo "esercizio dell'attenzione" è un "lavorare su di sé" lento e soprattutto paziente. Il suo scopo immediato non è l'efficacia del risultato (certo, un risultato poetico alto interessa tutte), ma il processo di conoscenza di sé e del proprio lavoro che nasce dall'ascolto condiviso.
Questo è uno degli obiettivi che ci siamo poste, alla Libreria delle Donne di Bologna, luogo “simbolico”, oltre che geografico. Donne e Poesia sono le nostre passioni e il nostro modo di fare politica, tramite la cultura e la creatività. Ci occupiamo della specificità della scrittura femminile mettendo in pratica il metodo che abbiamo chiamato lo “Sguardo delle altre”, basato sulla relazione, lo scambio reciproco, il confronto, l’intreccio, il dono, con le donne che scrivono e in cui rintracciamo noi stesse.
Il Gruppo ha ospitato dal 1999 ad oggi Niva Lorenzini e numerose poete fra cui Mariella Bettarini, Gabriella Maleti, Rosaria Lo Russo, Anna Maria Farabbi, Lisabetta Serra, Elisa Biagini, Paola Febbraro. I materiali raccolti durante gli incontri (interviste, recensioni, colloqui con le autrici) andranno a costituire degli "Atti".
In pratica ognuna di noi lavora sulle scritture altrui ed esprime il proprio “punto di vista” (oralmente o con una produzione scritta, in prosa o in poesia, o di tipo grafico). Sottolineiamo i pregi, ma non mancano le critiche, che siano, però, costruttive e possibilmente non feriscano, anche perché la mancanza d’autostima è una delle caratteristiche della storia delle donne. Per noi la poesia è un atto di “resistenza creativa”, contro l’anestesia, l’indifferenza, l’omologazione, la “marmellata” della società attuale. La poesia “ci salva la vita”, restituisce una giusta graduatoria alle cose. E’ anche inventare la vita con occhi nuovi, poiché, appunto, è lo “sguardo”che conta. Ci teniamo a sottolineare che i nostri incontri di poesia non sono conferenze, ma relazione, ritorno, ascolto, ricerca, reciprocità, coralità, parlare con le altre. Cerchiamo di contrastare le idee dominanti con la nostra identità, col nostro punto di vista femminile, espresso in poesia e spesso tramite l’ironia, che contesta l’unicità della ragione. Le voci s’intrecciano, non si sovrappongono. Chi di noi ha più mezzi di vario tipo non li usa per prevaricare le altre, non ambisce al “potere”, ma li usa come sostegno in un gruppo di base formato da pari: si tratta di circolarità, ascolto, empatia, sorellanza. Uno dei frutti di questo metodo è un progetto di cui ci stiamo occupando attualmente e che vorremmo chiamare “Pachtwork”, intreccio di fili e di reti femminili. Esso infatti ha come obiettivo quello di collegare, in una sorta di rete, le scritture femminili nostre e delle altre, di singole e di gruppi, di Bologna e di altre città italiane ed estere. Lo “Sguardo delle altre” è simile al nostro: nell’altra c’è il “se stessa”: alterità è incontrare se stessa quasi senza accorgersene, nel riflesso, nel magico gioco di specchi, nella rifrazione, nella risonanza magnetica delle altre. E’ riconoscere le emozioni, perché anche noi le proviamo, che ci rende solidali per la somiglianza, arricchite dalla differenza e privilegiate perché usiamo questo metodo.

Serenella Gatti

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Serena Pulga

( da Fermapensieri)

Istantanea degli anni '60

Mia figlia voleva più corto il vestito
e forte andava gridando
questo suo primo diritto.

Mia madre implacabile
ripeteva indignata
la sconcezza di quella misura.

Fra loro
con lo spillo sospeso sulla gonna
ero io.

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Claudia Calvi

Chi ci accompagna
nell’ordinaria albugine

Un brivido scompone gli ordinati filari
prosegue incespicando lungo fossi
lineaconfine tra il tuo e il mio
faglia dell’anima che non conosce l’oltre

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Anna Bellini

Omphalos,
unione e intreccio
di sacro e profano.

Conviviali banchetti
di regale quotidianità
trasformano il tempo.

Eleganza
di un profilo di donna,
un solo incontro
è poi un incontro?

Blu – ortensia,
è ora il momento
di mutarsi
l’abito.

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Anno 0, Numero 3
March 2004

 

 

 

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