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helene paraskeva

"Dai! Muovetevi! Veloci! Non ci aspettano mica! Lo spettacolo inizia alle dieci! Saltate subito in barca!"
Papà aveva già messo in moto. Qua e là nel Golfo luccicavano le lampade delle barche pescatrici. Ma loro andavano a vedere lo show. Dal mare. Avrebbero trascorso la serata finale del concorso di bellezza "Miss Golfo" mangiando pesci fritti insaporiti dagli schizzi salati delle onde. Avrebbero ammirato gratis le bellezze venute all' "Astir Beach" da tutti i golfi del mondo.
"Stasera c'è il concorso di bellezza. Prendiamo "Zoé" e andiamo ad ammirare le ragazze che sfilano sulla passerella! Tu prendi il cannocchiale!"
Via! "Zoé", la loro barca, nuotava come un delfino. Il Golfo era calmo ma persino i ragazzini come il piccolo Marinaio sapevano che non ci si poteva fidare del suo caratteraccio.
"Via! Via! Su! Ce la facciamo ancora!"
"Zoé" era entrata nella famiglia improvvisamente un venerdì pomeriggio. Il padre del piccolo Marinaio l'aveva comprata a prezzo di favore da un amico. Gite, pescate, bagni al largo. Praticamente il Golfo sarebbe stato loro. E volendo ci si poteva spingere anche oltre ...
"Si chiama "Zoé"! Accoglietela bene! La barca è come una persona."
"Cosa vuol dire "Zoé" ? La gente dà alla barca il nome della moglie!"
" "Zoè" vuol dire "vita". Il nome dice tutto!"
"Un po' generico."
"Il nome della barca non si cambia perché porta male! Vi ricordate il Poeta che si è perso fra le onde?"
"Quale Poeta?"
"Il Poeta dal cuore grande ..."
Era un periodo che il piccolo Marinaio collezionava Poeti autoadesivi. Ma quello annegato dal cuore grande gli mancava.
"Te lo racconto un giorno. Adesso andiamola a vedere! Non volete conoscere "Zoé?""
Era una barca piccola. Un po' chiatta.
"Insomma, bruttina!" Pensò il piccolo Marinaio deluso.

"Ci facciamo sempre la figura da poveracci! Non la potevi scegliere un po' più grandina? Con una linea un po' più slanciata?"
"Zoé" era anche messa male. La pittura si staccava a croste e la chiglia cedeva qua e là invasa dalla muffa. Per non parlare della cornice di macchia nera di grasso che la circondava. Vista con gli occhi di oggi, "Zoé" si sarebbe meritata una scomunica ecologica.
"Tu terrai il timone e diventerai un capitano bravo e coraggioso, come il Grande Marinaio dei Sette Mari!"
Profetizzò il padre. Il piccolo Marinaio non fece in tempo a prenotarsi per la storia del Grande Marinaio dei sette mari e il padre aggiunse.
"Ricordati che ogni barca ha il suo carattere, che dipende dal cuore. Sai qual è il cuore di una barca?"
No, non lo sapeva.
"Il motore."
"Zoé" il cuore ce l'aveva. Ma era duro. Era un motore "duro".
"La struttura ha solo bisogno di una bella pitturata ma il motore è "duro"."
Un cuore duro va intenerito. Il padre del Marinaio lo smontò, lo portò a casa, lo mise nel bel mezzo del cortile e lo curò a lungo, come se fosse un gabbianello ferito. Curò il cuore duro di "Zoé" accarezzandolo, provandolo, arricchendolo con accessori lucidi e coccolandolo con parole intime, premurose e incoraggianti. E il cuore di "Zoé" si intenerì. Piano piano.
Un giorno il motore lo rimise al posto e per provarlo portò "Zoé" a largo del Golfo, così a largo che nessuno li poteva seguire a occhio nudo. Non si seppe cosa fosse accaduto veramente fra loro due il giorno della prova. Si sa solo che "Zoè" diventò sua quel giorno, indipendentemente dall'atto di compravendita.
Il piccolo Marinaio aveva imparato a tenere il timone. Il motore ancora non lo toccava ma al timone era tenace. Fissava con lo sguardo severo un punto luminoso lontano. Il faro, una nave ancorata al largo, una luce.
"Veloci! Muoversi!"
L'"Astir Beach", locale elegante ed esclusivo, era accovacciato sul molo che penetrava il Golfo riportando dalla terra luci, musica, applausi e profumi. Erano i profumi delle coppie che ballavano abbracciate. Artisti di fama internazionale venivano ad esibirsi qui, "By the Seaside". E qui il bel mondo tirava fino tardi bevendo, ballando e scherzando.
All'alba, poi, avventori e artisti partecipavano alla cerimonia del saluto al sole nascente. Prima saltavano sui tavoli sparecchiati e sistemati in fretta verso l'Oriente e poi, per un lungo attimo, rimanevano in piedi sui tavoli, immobili e silenziosi come idoli issati da idolatri distratti. Alzavano le braccia al sole ed esclamavano:
"OOOEE!!"
Era l'attimo che trasformava i primi raggi nati color Magenta in rosso vermiglione.
Partenza decisa. Saltare, ballare, nuotare, schizzare, correre, volare. Al ritmo di Zoé. Un concorso eccezionale. Tutte le bellezze da ogni parte del mondo avrebbero sfilato sul pelo dell'acqua, come le nereidi in una fantasmagoria marina. Persino le onde scontrose del Golfo avrebbero echeggiato la musica che accompagnava le ninfe.

"Lo sai che ogni ragazza sfilerà con una musica diversa?"
"Perché diversa?"
"Ogni bellezza ha bisogno della sua musica. La bellezza è come la musica. La bionda dagli occhi azzurri, per esempio, con quale musica l'accompagneresti tu?"
Il piccolo Marinaio non era ancora iniziato nei misteri dell'Eros ma era già appassionato di enigmi.
"La bionda sfilerà sulle note di "Smoke gets in your eyes" o anche "Strangers in the night.""
"E la mora dagli occhi scuri?"
"La mora sfilerà accompagnata da "La Ragazza d'Ipanema." ondeggiando i fianchi snelli. Ma appena appena, eh?"
E la rossa dagli occhi verdi sarebbe stata accompagnata da "Mambo, ehi, Mambo Italiano!" Le combinazioni tra musica e bellezza erano tante.
"E chi è la più bella? Chi vincerà?"
"Vince sempre quella più raccomandata, si capisce!"
Il piccolo Marinaio saltellava già al ritmo della musica che si confondeva con il ritmo del cuore di "Zoé". Ma lo spettacolo vero sarebbe stato un'altra cosa.
"Stai fermo! Non vedi che si è alzato il vento? Vuoi che ci capovolgiamo?"
Saltare, ballare, nuotare, volare come "Zoé!" Tutto qui.
Il piccolo Marinaio veniva schizzato ogni volta che stava in groppa all'onda, e poco prima della scivolata in giù stava per ingoiarsi lo stomaco. Il Golfo era così…

"Ci stiamo avvicinando! Ecco la passerella! Ecco Blanche! La vedi l'annunciatrice?"
L'annunciatrice Blanche si riconobbe da lontano per i capelli chiaro-cenere e il seno prosperoso. Ma si sentiva poco. Il vento cambiava direzione ad ogni soffio. A volte scaricava l'urlo stridulo del microfono, a volte le consonanti sibilanti di Blanche o anche solo la tensione dell'attesa.
"Ecco! Ci siamo! Ecco Zordan! Il presentatore!"
Senza fiato, si trovarono improvvisamente così vicini al "Astir Beach" da scoprire che il presentatore Zordan portava il parrucchino. Era il preferito di mamma Zordan. Il Bello col parrucchino!! L'umidità del Golfo poi lo aveva arricciato oltre i limiti della decenza.
"Guarda! Zordan ha il parrucchino! L'avevo detto io!"
Zordan e il suo parrucchino si avvicinarono al microfono e fra gli applausi diedero l'inizio alla serata.
"Ladies and Gentlemen! La prima candidata del nostro concorso è una bellezza classica! Accogliamola con un caloroso applauso!"
La bellezza classica vestita di biancoazzurro si incamminò sulla piattaforma come Artèmide orgogliosa della caccia abbondante.
"Spegni il motore che sentiamo meglio!"
"Siamo ancora lontani e andiamo contro vento! L'onda ci può portare anche fuori rotta!"
Non aveva finito le profezie papà e un'onda mostruosa li avvolse nel suo buio. Papà afferrò il timone:
"Siediti giù! Più giù!"

Il piccolo Marinaio scivolò nella pancia calda e sicura di "Zoé" che fece un balzo all'indietro. Lei, che lottava mollando calci, pugni e morsi contro le onde, balzò all'indietro. Il cannocchiale volò via e Papà sparì dalla barca. Il Golfo lo aveva divorato.
"Gira il timone!"
Ma la voce era la sua.
"Gira il timone! La barca si spacca in due! Abbiamo preso lo scoglio!"
"Come?"
"Abbiamo beccato lo scoglio!"
Papà era riemerso. Nel tentativo di spingere "Zoé" via dallo scoglio l'elica gli aveva tranciato il piede.
"Ci siamo incastrati! Spegni il motore!"
Lo spavento si mischiò al buio. Il piccolo Marinaio stava già pregando. Il motore si spegneva da solo. Adesso si capiva tutto. Erano incastrati dentro uno scoglio seminascosto che sputava schiuma nera come un mostro marino. Ecco perché papà spingeva "Zoè" via.
"Ti sei fatto male!"
"Accendi il motore quando te lo dico! Forte e deciso! Sei pronto? Forza, Marinaio! Via!"
Il piccolo Marinaio accese il motore. Zoè si disincagliava e papà si attaccava al timone mentre mamma cercava di bendare il piede
maciullato.
"Sei ferito!!"
"No, non è nulla! Speriamo di farcela!"
Il piccolo Marinaio prese il barattolo e cominciò a buttare via l'acqua nera del Golfo che entrava dalla falla di "Zoé", mentre dallo squarcio del piede usciva il sangue rosso di papà.
La rotta del ritorno fu accompagnata dall'aria silenziosa della sconfitta. Niente nereidi, niente Blanche, niente Zordan, niente trionfo finale della bellezza raccomandata. Il piccolo Marinaio si portò dietro solo aspettative bucate, come la chiglia di "Zoé".
Il piede di papà non diventò mai come prima ma fu un valido aiuto per le profezie sulle variazioni meteorologiche.
Adesso, il Marinaio invecchiato intravede il Golfo fra bandierine, gadget, gelati al cono, water-scooter e granoturco alla griglia. Seduto sulla panca blu elettrico cerca di capire perché quella falla lo ha aspettato ad ogni golfo.
Eh, beh? Rimangono altri golfi, altri mari ancora. E poi, per vedere oltre bisogna andare oltre.
Lascia la panca blu elettrico il vecchio, raccoglie i sassi e traccia tre lettere sul muretto. Z-O-E. Perché ama ancora gli enigmi.
"Andiamo ad ammirare le nereidi che sfilano sulla passerella! Saltare, ballare, nuotare, schizzare, correre, volare. Al ritmo di Zoé! Ci vuole partenza decisa, mano ferma, motore tenero e una luce lontana."

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Anno 0, Numero 3
March 2004

 

 

 

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