El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione
Nota biografica | Versione lettura |
pastori di uccelli
vera lucía de oliveira
la sera ha convocato pastori di
uccelli
quelli che leggono i fru fru
di ossa
che percorrono la notte
a far pulsare mattoni
oh pastori di uccelli
insegnate a sbucciare di lieve
la nostra pelle nel buio
come se dentro
meglio si armasse l'occhio
come se dentro
meglio sanguinasse il volo
il suo tumulto colmo
di percorsi.
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lo stagno e il mare
vera lucía de oliveira
per Gladys
Non è in mare che depongo le reti,
non è àncora
il denso del mare
Il mare non progetta il gesso delle urne,
il mare lacera le cicatrici
corrode gli aghi
Non conosce indugio il mare
Non è stato guardando il mare che ho imparato a ritagliare le parole
nel silenzio duro della casa,
scavando in città
le malattie dello stagno,
sognando cimiteri più piccoli per frenare l'evasione
delle cose
del sangue
Crepe che le grondaie affondavano
e il suolo cullava come una cosa che si deve gonfiare,
che deve per destino assorbire la palude
Per questo dinnanzi al mare sto come chi ha paura
come chi ingoia in fretta i rattoppi i sassi
gli stiletti che il mare nel suo movimento corrode.
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l'utero
vera lucía de oliveira
In ottobre tutti i colori mi esiliano,
le foglie che calpesto mi corrodono
Sono nata in un paese che non cambia quasi
volto
Si impara la morte in un paese perpetuo?
La vecchiaia è una lezione
quotidiana
Le foglie che calpesto
mi perforano
Ammalarsi è sognare l'utero
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