El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione
Nota biografica | Versione lettura |
sognare di sognare
viviana silvia piciulo
- Sai
tata, ho sognato che sognavo - disse il bambino al vecchio. Il
vecchio, immerso in un pomeriggio che sollevava nel vento festoni
rossi e arancioni, per la prima volta dopo ore si mosse e diresse il
suo sguardo tremante verso il bambino.
- Come hai detto
gurí?
- Niente, nonno, solo che ho sognato di sognare, e questo mi ha fatto
paura. Sai, non potevo svegliarmi del tutto, e quando ci riuscivo,
mi svegliavo proprio qua dove sono adesso, seduto insieme a te,
accanto all'albero, con questo vento di primavera che mi colpisce in
faccia e agita i miei capelli. Lo senti nonno?
- Si, lo sento, sono molto vecchio ... però nessuno mi può rubare la
campagna, questa è l'unica cosa che mi fa sentire uomo. Sono
seduto qua ... da quando ho perduto la capacità di montare a cavallo,
e di
qua non mi muovo. Però, perché ti preoccupa ricordare questo
sogno? Cosa c'è di male se uno sogna di sognare?
- Niente, però ... la
china Almeyda, ... la defunta, la
ricordi?, mi
disse che per gli indios tupirandíes quel sogno significava sempre
morte, e dev'essere così ... perché lei morì dopo averlo sognato ... ed
anch'io sono un tupirandí a metà.
- Però!
Gurí, quella là era una vecchia india matta e bugiarda! Non
darle retta e pensa ad altro. Dammi il
mate che è nel
rancho e
scalda l'acqua, che è già ora. L'anziano rimase inmobile come il
ghiaccio, sapeva che la
china non aveva mentito, però non capiva come
mai quel sogno non l'avesse sognato lui invece di suo nipote, e pensò
per un'unica volta nella sua vita che magari la tradizione degli
antenati era sbagliata. Doveva sicuramente essere così ... Non
poteva crederlo, il bambino aveva appena compiuto otto anni, lo aveva
cresciuto da quando sua madre lo aveva abbandonato, e lui invece
aveva più anni di quanti potesse rammentare. La vita non poteva essere
così ingiusta. E senza saperlo fece una preghiera ai suoi dei perché
gli lasciassero prendere il suo posto. Il bambino, dopo un po', con
passo lento, prese il bollitore ed il
mate, e si sedette all' ombra
dell' albero accanto alla sedia del nonno; mentre versava l'acqua
che bagnava la yerba nuova, continuò a parlare.
- Sai nonno ... nel sogno che ti ho raccontato, c'eri anche tu, quasi
come ora, seduto sulla tua sedia di paglia a fissare l'orizzonte. Io
come ora ti parlavo e ti raccontavo quello che ho appena finito di
dirti; e tu, sentendolo, facevi uno strano gesto con la mano come per
invocare Upamarca dal mondo dei defunti, per riuscire ad andartene
al posto mio. Prendi, nonno, il
mate è fumante, come piace a te,
dimmi se va bene l'acqua..
- Nonno! Prendi il
mate ... non resto tutto il pomeriggio, non appena
l'acqua si raffredderà ti arrabbierai perche il
mate ti piace ben
caldo. Nonno ... -
Il bambino vide che l'anziano rimaneva fermo, sereno,
non rispondeva, gli toccò la mano e sentì un freddo che non
conosceva. In quel momento si mise in piedi violentemente ... e si
svegliò, per fortuna lo chiamava suo nonno dall'ingresso,
era domenica e l'ora della siesta era finita. Come tutti i
pomeriggi, alla stessa ora, suo nonno lo chiamava perché guardassero
insieme l'orizzonte. Per il bambino fu un grande sollievo e
liberò il suo cuore da un enorme peso. Pensò che dopo, quando si fosse
dileguata totalmente la sonnolenza della siesta e fosse stato ben
sveglio, prima di prendere il
mate, avrebbe raccontato al vecchio
nonno indio il sogno che aveva sognato.
tata - papà, in questo caso anche usato come
nonno
gurì - bambino
china - ragazza o donna dell'entroterra
argentino nella cultura dei gauchos
mate - foglie di yerba mate macinate ed
essicate con cui si riempie il mate
rancho - zucchetta secca dove si prepara
l'infuso tradizionale argentino con la yerba mate (pianta simile
al té)
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