El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione
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bomba
joel barraquiel tan
tutte le sere torno a casa
chiudo la porta butto le chiavi sul tavolo
coi piedi mi sfilo i calzini butto
la giacca e me stesso sul letto e
contemplo le notizie di oggi
e le bollette di ieri
tutte le sere torno a casa
e sento i vicini che parlano
le sirene che urlano chiudo le persiane
e tiro le tende seduto al buio
chiudo gli occhi e resisto alla tentazione
di guardare fuori per vedere se qualcuno
guarda dentro.
tutte le sere torno a casa
parcheggio l'auto e vado verso
il mio monolocale mentre supero la fila di macchine
sto attento che nessuno veda
che ho buttato un
finocchio
nella spazzatura e anche un
filippino
per di più nascondo un
poeta
nei cespugli e seppellisco un
uomo
vicino allo scarico scivolo furtivo nella lavanderia
e con calma faccio scivolare un
attivista
nell'asciugatore e lascio sia un
intellettuale
che un
ignorante
a mollo nella lavatrice
per tutta la notte quando arrivo
alla porta mi rimane solo
questo giornale e
la strana sensazione che il mattino
mi chiederà di nuovo di trovare ciò che ho
nascosto e di prendere ciò che ho buttato via
per cominciare un altro giorno a los angeles.
(Traduzione di
Andrea Sirotti)
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il valore delle cose (per silvia)
joel barraquiel tan
Ti offrirei mille bugiardi
per un solo contadino. Dodici avvocati per un solo
raccolto di grano e diecimila omissioni
premeditate in cambio di una primavera precoce.
Per quel che conta ti darò due famosi
spacciatori, una nazione di soldati e un papa
per un'estate trascorsa con un falegname o
una breve ma esaltante storia d'amore con un pescatore.
Sono disposto a mettere sul piatto una dozzina di feste in club esclusivi,
una smodata quantità di cocaina, tre
gimlet ghiacciati alla vodka, e una stecca di sigarette per
due poesie ben scritte e un testo teatrale indimenticabile.
Al momento, ti offrirei un uomo dalla bellezza
straordinaria, due telefonate notturne, rivelatrici
e un cassetto pieno di numeri in cambio di due bei
bambini: uno di nome Nino, l'altro, Mahal.
Ti do tutto il movimento AIDS, dieci anni di dolore
e rabbia, un prestito a bassi interessi, la World Bank, la Silicon Valley,
il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo in cambio di un biglietto a bordo ring
per un celebrity death match(*) tra Karl Marx e Michel Foucault.
Rinuncerei a una laurea, a cinque master,
a una dozzina di dottorati, a un viaggio tutto compreso in Spagna, a MTV,
e all'intero campo antropologico se solo potessi
imparare di nuovo il Tagalog, senza impappinarmi.
(*) È un popolare programma televisivo.
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angeleno
joel barraquiel tan
avrei voluto tanto essere ebreo
così avrei vissuto in collina,
e avrei guidato una decappottabile nuova
e mio papà sarebbe stato alex trebec(*)
come quella ragazza di nome Nikki, che era con me
a geometria
avrei voluto tanto essere nero
come il mio migliore amico Tre-dog
che aveva un brutto carattere e tante cicatrici,
solo non mi sarei fatto i ricci lunghi col gel
perché mi avrebbe rovinato i colletti
delle camicie
avrei voluto tanto essere messicano
perché mi piaceva il profumo della pomata tres flores
sui capelli del mio amico Sleepy.
avrei tenuto alla piega perfetta dei pantaloni khaki
e mi sarebbe cresciuto il pizzetto prima che agli altri ragazzi
avrei voluto tanto essere un WASP(**)
così potevo ciondolare per la Galleria Sherman Oaks
e meditando se è meglio andare a Harvard o a Brown
davanti a un corn-dog-on-a-stick(***)
avrei voluto tanto essere giapponese
così non avrei dovuto copiare i compiti di Algebra
e sarei andato in giro con
ragazze di nome Satomi e Miyumi
che a pranzo mangiano alghe
e piegano i tovagliolini come fossero
origami
avrei voluto tanto essere spagnolo
come Ricardo figlio del mio padrino
che aveva i capelli rossi e gli occhi verdi
così avrei potuto vantarmi delle estati a Madrid
e lamentarmi di come
può essere squallida e provinciale Manila
avrei voluto tanto essere tutto cinese
così avrei mangiato i mooncakes
e avuto buste rosse imbottite di denaro
e avrei progettato di comprarmi tutta Manila un giorno
forse così papà sarebbe stato fiero di me
avrei voluto tanto essere tutto filippino
così avrei potuto perendere in giro i cinesi
mangiare zampetti di capra alla brace e avere
un cognome davvero etnico come Kabongbong o Alvarez
forse così la mamma avrebbe avuto la sua rivalsa.
(*) È un popolare presentatore televisivo.
(**) sigla per White Anglo Saxon Protestant, la
classe dirigente bianca americana.
(***) è un piatto tipico delle cafeterie
californiane, una specie di hot-dog fritto e "impanato" in una pastella
di farina di granturco.
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