Quando decisi di disfarmi del mio rottame le infermiere mi rinfrescavano, puntavano la mia stilografica al bersaglio e sette ditte produttrici di cuori erano pronte a pesarmi in oro purché scegliessi la loro.
[...]E noi che volevamo fare
al Maestro maestosa la sua ultima
cerimonia ma ecco che iniziò
un piovasco che
decimò i nostri ranghi da discepolo
[...]
Mia nonna Neshirè
figlia di Ibrahim Abdulah
che da vent’anni vive con la pensione
del marito morto
[...]
Noi barbari cristianizzati,
più che mai soli
sotto lo sguardo del mondo,
non abbiamo più
i tolomei né i basilei
per spiegarci agli altri,
né abbiamo goti convertiti
per impugnare il gladio
in nostro nome.
Letame e sangue. Fu questo l’intreccio di odori che la investirono quando s’infilò nella piccola capanna di terra battuta
[...]Il professore di storia, tale Agron Agronaj, stava spiegando la comune discendenza dagli Iliri e la loro organizzazione sociale, quando si aprì la porta ed entrò Burbuqe
[...]I miei risvegli da trenta giorni sono sempre più amari.
Con la coda dell’occhio noto, rassegnato, l’assenza dell’impronta del corpo di Daniela sulle mie lenzuola.
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