Un turista australiano, di mezza età, capelli bianchi e un po’ calvo, baffi bianchi. Occhi di verde medio, occhiali da vista, cappellino alla pescatora, tipo bianco e statura media. Robusto, con la pancia, pantaloncini corti beige, camicia a maniche corte beige, calze bianche, scarpe da esploratore. Porta uno zaino verde con alcune provviste.
Facendo una gita con il suo gruppo si perse e così cominciò a camminare cercando il suo gruppo, ma, allo stesso tempo curiosando, e affascinato dalla flora e dalla fauna di quest’isola, entrò nel centro dell’isola e man mano che si avvicinava era sempre più difficile penetrare, ma lui con il suo machete si faceva strada.
Così dopo aver tagliato degli arbusti e aver ammazzato qualche serpente, trovò una specie di tempio. Lì lui si fermò a riflettere e shoccato da questa meraviglia che guardava, decise inconsapevolmente di entrare. Sentì come se qualcosa lo attirasse. Il portone del tempio era semichiuso, e dentro c’era un buco terribile, e nell’aria odore di mistero.
Lui dallo zaino tirò fuori una piccola torcia. E la sorpresa fu che quando la accese, tutto l’interno di quella stanza si illuminò. Sopra di lui c’era un coccodrillo aperto in due e legato a delle catene, e diverse statue attaccate al muro. A vederle sembravano persone imbalsamate, ma quando toccò la prima, un uomo con la corda al collo, si accorse che non era così. Questo signore per ogni statua si fermava e ad occhi aperti sognava la storia di ognuna e perché fossero colllocate lì. Percorse tutto il corridoio guardando e in fondo vide la sua statua, avvolta da in grosso anaconda, così rimase per molto tempo a fissarla, e voleva che succedesse come alle altre statue, vedere perché e come. Ma niente. Rimase lì fermo. Inutilmente. Così uscì da quel tempio e con molta paura iniziò a correre, dove, se non proprio lì, potevano essere i serpenti. Non si fermò fino a quando fu costretto dalla stanchezza. Il suo udito fu attratto dal rumore del fiume. Lui si girò da quella parte, ma il rumore che c’era fra gli arbusti gli fece girare la testa, ed eccola lì la grossa anaconda.
Il culturista, uomo dal fisico possente e agile.
Con la forza della palla di cannone.
La lentezza di un tramonto.
La costanza di un martello pneumatico.
Il peso di un macigno.
La stazza di un gommone.
Vanitoso, sempre dietro a osservarsi.
Si trova nell’isola per via di un incidente che precipitò un aereo sull’isola, tanto tempo fa, e persero la vita tutti i passeggeri, tranne il culturista, che grazie alla sua prestanza fisica riuscì a sottrarsi alle macerie…
Dopo varie perlustrazioni, si ritrova davanti a un antico tempio nella
foresta dell’isola, molto incuriosito e sicuro di sé decide di
avventurarsi. All’interno del tempio, sorpassato un immenso portale, si
ritrova in un luogo umido e buio. Ma fiaccole accese ai lati di questo
grandissimo corridoio fanno sì che il culturista riesca a proseguire il suo percorso…
A un certo punto le fiaccole finiscono, e di colpo, come per magia c'è un bagliore che illumina, all’interno di questa cupola, due sagome, una affiancata all’altra. Poi, buio totale.
Il culturista, incuriosito, decide di tornare indietro, a prendere una delle tante fiaccole accese. Tornato davanti alle due sagome, grazie alla luce della fiaccola riesce a intravedere che erano due statue, e non due esseri umani, come aveva pensato.
La prima statua è un corpo piccolo, molle e fragile. Uno sguardo riflessivo, che colpisce. In mano un libro, vero e non statua, molto voluminoso.
La seconda statua è molto simile al culturista, con la differenza che il culturista è molto più sfregiato, per l’incidente.
Porta una tenuta da pugile, lo sguardo impaurito e un tatuaggio sul petto: il disegno un uomo muscoloso che solleva il mondo.
E sotto ha una targa; “Grazie alla mia potenza conquisterò il mondo". Sotto la prima statua non ci sono scritte.
Molto incurriosito, toglie di mano il libro alla prima statua, e inizia a sfogliarlo. E' il suo diario di bordo, pieno di riflessioni e di premonizioni. Preso dalla foga, gli cade il libro a terra, aperto su una pagina dove è raffigurato un aereo precipitato su un isola. Girando la pagina: "Catastrofe aerea, nessun superstite".
E poi…
Chi sopravvierà alla frustrazione di una continua ricerca, avrà… la vita eterna.
Chi sopravviverà alla polvere e alle macerie sarà schiavo a vita.
Chi sopravviverà e leggerà queste due richieste… avrà quel che ha sempre voluto.
Colto da un flashback, ripercorre tutta la sua vita, e inconsciamente ripone il diario nella mano… della seconda statua!
E comincia a sgretolarsi la cupola, ad aprirsi il terreno, come una
sorta di terremoto. Preso dal panico inizia a correre per trovare una
via d’uscita e una volta all’esterno del tempio si ritrova su una scogliera, vede il mare, e un grande galeone in lontananza.
La sua tentazione è di lanciarsi. Ma a questo punto la forza non conta più nulla. Bisogna avere un’idea, una strategia, qualcosa che possa avvicinarlo al galeone… Esasperato, il culturista alza le braccia al cielo, e come se dovesse invocare qualcosa urla: "Qualcuno mi aiuti, a che serve un fisico possente se non ho una mente? Se mi concedi questa grazia ti lascerò tutto il mio corpo, sino al più piccolo muscolo".
Questo signore ha ricevuto la grazia e ha preso il galeone.
È riuscito a salvarsi. Ha cambiato vita, si è accorto che non voleva davvero fare il culturista. Lasciata la palestra, ha iniziato a studiare, è entrato all’Università. Ha preso la laurea di archeologo, è ingrassato, ha aperto anche un ristorante. Della sua vita passata, l’unica cosa che gli è rimasta è un tatuaggio con un’immagne di Michelangelo, e il graffio sul braccio che si fece mentre il tempio cadeva a pezzi.
Questa volta non ha senso dire di chi si tratti. Un mago perduto, un mago punito, un folle che crede di essere mago. Un mago che ha sbagliato strada.
Un uomo sull’isola, accanto alle macerie distrutte del tempio – che il nostro culturista ha distrutto.
Cerca fra le macerie, ma sente solo urla: urla di spiriti sepolti.
Vede gli spiriti, ma non ha paura, perché è abituato a parlare con loro. Gli spiriti però non rispondono.
Riacquisterà più potere? Tornerà normale (se fosse un mago, sarebbe di per sé un prodigio)? O diventa un uccello, un pesce, vola via così dall’isola. Ma questa potrebbe essere la sua miseria: se diventa pesce sarà mangiato. O potrebbe rimanere lì per sempre – condannato perché la magia nera non è lecita. E tornerebbe ad essere un vecchio decrepito, incapace di parlare, sentire, vedere. Senza i sensi.
Vede le storie di chi lo ha preceduto. Escono dal mare, dal sottosuolo.
Chiede cose impossibili. La vita eterna. Le ottiene? Non ha importanza, perché morirà e basta. Non ha importanza, perché è un mago, e i maghi non ricevono grazia. E forse è questa la sua vera miseria.
Anche le visioni gli chiedono, o gli avevano chiesto magie. È il mago più potente, può fare le magie - anche se le magie non sono la stessa cosa delle grazie, o forse sì. Non gliele fa, e la statua si vendica. La magia doveva essere solo sua. E allora stia là, e un’altra volta impara ad ascoltare.
“Io mi chiedo che cosa è la vita.
Io mi chiedo dove nascono i sentimenti.
Che cosa è una curiosità.
Io mi chiedo come nasce la bellezza.
Io stesso mi chiedo come nascono le città.
Io mi chiedo che cos’è la meraviglia, non so cos’è ma credo che sia un miracolo.
Sono tanti i miracoli che non sappiamo che cosa sono.”
“Afferrare una stella”
“Impossibile fare quel che è troppo grande e troppo distante.”
“Trovare il principe azzurro “
“È individualista, fantasioso.”
“Morire domani, rinascere oggi
Essere tutti e non essere in nessuno”
“È come rinascere. E non si può.”
“Conoscere il vero paradiso”
“È dentro di te – e non arriverai mai a conoscerti fino in fondo.”
“Vorrei essere il vento “
Smetteresti di vivere.
“Vorrei svegliarmi senza svegliarmi”
Girovagare consapevolmente nei tuoi sogni?
Eppure continuiamo a cercare quel che non si può ottenere
Perché è bello sognare di non avere limiti confini né tabù. L’emozione di realizzare fantasticamente qualcosa che non è importante.