El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione
Nota biografica | Versione lettura |
piccole poesie veneziane
spale miro stevanovic
I
C'è qui qualcuno
che non è mia madre
che capisce la mia lingua
quel che io so dire -
gli vorrei parlare
leggere magari una mia poesia.
A chi non è mia madre,
con cui potrei fertilizzarmi.
Ditemi, se mi vedete
fate un segno -
quel che io so dire vuole uscire
non posso dimenticarlo
né tenerlo più per me solo
ve lo vorrei dare.
Voi saprete ricevere?
II
Ho preparato il letto
tutte le due parti
- domani parto.
Mentre il treno taglierà le pianure
portandomi nel mondo
tu e io ci incontreremo
qui, sul prato.
E prima di spegnere le luci,
ti asciugherò la metà del viso
e nel buio lo bagnerò di nuovo
per capriccio
per natura.
III
Ho pensato
tu non ci sei.
Oggi, una donna ha detto
che tra gli amanti
esiste solo un tocco
diverso dalla comune quotidianità.
L'ha detto nel giardino.
Il mattino sfiorava il cielo
e sull'erba non c'era più rugiada.
Ho pensato che la mia vita
fosse romantica.
Invece, lei ha detto,
solo un tocco.
E ha sorriso.
IV
Arrivasti
quando il sole stava sopra la laguna.
Rabbrividii,
ma tu non vedesti niente.
Mi sedetti sugli scogli
sotto le tue narici
ti spiavo le rughe
e vaneggiavo verso il faro
con il fumo della sigaretta.
Era là che ti attaccai:
avevi i piedi bagnati
ti appoggiavo sui muri ammuffiti
mettevo le alghe sui capelli
mi tenevi il viso tra le mani
baciavi il sole sulle labbra.
Morivo.
Come fermare questo treno
pregai, piegato sulle tue rughe
e il sole cadde nella città.
V
Ah, che benedizione!
Il giorno è passato
è crollata la borsa di Hong Kong.
Un uomo giallo, corto,
strillava -
la camera gli entrava nella bocca
ed illuminava un dente marcio.
A Venezia chiudono, puliscono i canali
i giapponesi annusano e fotografano
chiedono dove stà il bagno.
A me andrebbe un caffé con Peggy Guggenheim.
Peggy.
Mi sono toccato fino a poco fa
penetravo il letto.
Tu non hai il coraggio di scopare
con me.
Ti blocca qualcosa.
Ci vuole il cervello per scopare.
Il mondo è fatto dai criminali rosa
cantanti e sarti.
Nessuno pesa, nessuno è leggero.
Ma i santi, ma i rivoluzionari?
VI
Pensavo a te poco fa
dalla mia stanza in cui i miei vestiti e le spazzole
fanno da quadri.
Mentre ti pensavo
sorridevo.
Ho deciso di perdonarmi
oggi
tutto.
Sai.
Sarà un giorno splendido.
Sia fatto a me secondo la mia fede.
VII
Nevica.
E' cominciato ieri notte
nella città, sotto gli alberi.
Sto alla finestra.
Se fossi qui
per accendermi la sigaretta
ti sussurrerei nei denti
che non ti amo più.
I tetti sono bianchi di neve
sono già incerto
perché?
mi sono innamorato, ieri notte
sotto un albero.
Nevicava, non eri là
per baciarmi le guance.
Nevicavo!
Ma, io, non più.
Mi dai a qualcuno che non conosce
non ho paura, sei dappertutto.
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